RACCONTI IN TEMPO DI PESTE
LA PESTE DA OMERO A TACITO
nel Foro dell’Antica Città di Luni
con
Roberto Alinghieri e Andrea Nicolini
introduce Andrea Del Ponte (latinista)
un progetto di Sergio Maifredi
Prodotto da Comune di Luni e Teatro Pubblico Ligure
in collaborazione e col contributo della direzione Regionale dei Musei della Regione Liguria.
Parole antiche per pensieri nuovi: in questo anno per molti aspetti straordinario, vogliamo – dichiara Sergio Maifredi, direttore artistico di Teatro Pubblico Ligure e del PortusLunae Art Festival - dal sito archeologico dell’antica città di Luna, far rivivere le parole con cui gli scrittori dell’antichità hanno raccontato la peste; l’Iliade stessa ha inizio con un flagello, una peste, “i dardi di Apollo”, inviata da Apollo nel campo greco. Non lo facciamo per cercare facili attualizzazioni, ma per evidenziare come il pensiero di oggi - anche nella contingenza della prima pandemia che il mondo civilizzato si trova ad affrontare dai tempi della “spagnola” - non possa ignorare la cultura antica».
Nelle letterature antiche la peste ricorre più e più volte, in certi casi analizzata con il rigore dello storico, in altri casi con l’enfasi e il pathos della poesia. Sono parole distanti da noi anche 2500 anni, ma che possono restituirci la visione di come le dinamiche dell’umanità di fronte alla paura, all’ignoto, al contagio rimangano di fatto le stesse. Da Omero a Esiodo e Sofocle, da Livio e Tucidide, a Lucrezio, fino Procopio di Cesarea. Dalle parole antiche si passerà, nell’appuntamento che sarà programmato a settembre, al grande cantore della peste nel medio evo: Giovanni Boccaccio, ponte tra la cultura classica e l’umanesimo: umana cosa è avere compassione degli afflitti apre il proemio del Decamerone. Per arrivare a Shakespeare, a Defoe, Manzoni, Camus, Malaparte eSaramago.