Un Teatro che rivela l’invisibile
Una città è fatta dalle storie, dalle biografie di chi la vive e la percorre. Partendo dal paradigma delle Città Invisibili di Calvino, abbiamo steso davanti a noi una mappa, un atlante, andando ad abitare per un po’ di tempo, da stranieri, una città. Ne ascoltiamo le storie, facendocele affidare, conquistandoci una fiducia proprio in quanto forestieri di passaggio.
In ogni città troviamo chi ci guida per strade e vicoli, per cuori e volti. Qualcuno che ci aiuta a traghettare una storia, che ci aiuta a negoziare quel patto silenzioso che si instaura tra chi si racconta e chi ruba una voce, una parola, un’immagine per andare a creare una pagina che restituisca la vita.
Questo è oggi il teatro che ci interessa, un teatro che rivela l’invisibile: le paure, i sogni, i progetti di una comunità altrimenti fatta di passi consumati in fretta, di auto, di semafori, di clacson, di chiamate perse, di rete o zone fuori campo.
A poco a poco, in questi mesi di lavoro, Tirana ci è diventata familiare. Al primo volo ci era sembrato di atterrare in capo al mondo: dall’Italia il nostro sguardo attraversava un cannocchiale ribaltato che, anziché avvicinare, allontanava la visione.
Grazie a chi ci ha invitati, accuditi e accolti, grazie all’Istituto Italiano di Cultura di Tirana, grazie all’Università di Tirana, grazie ad Alessandra, ad Ema, agli studenti e ad ogni persona che ci ha raccontato qualcosa di sé, per noi la città è più vicina e sulla grande mappa, sull’atlante del Gran Kan, si disegna Nairat che si specchia nel suo doppio invisibile che è Tirana.
Sergio Maifredi
Direttore artistico Teatro Pubblico Ligure