RASSEGNA STAMPA TEATRO PUBBLICO LIGURE
Gennaio - Febbraio 2022
- 16 febbraio 2022
- 15 febbraio 2022
- 10 febbraio 2022
- 7 febbraio 2022
- 29 gennaio 2022
- 3 febbraio 2022
- 28 gennaio 2022

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Corrado d'Elia in Moby Dick a Palazzo San Giorgio e al Teatro Comunale di Sori domani doppio appuntamento
La balena bianca come simbolo delle nostre domande e delle nostre ossessioni. Lattore e regista Corrado dElia domani affronta il romanzo iMoby Dickw di Herman Melville in due appuntamenti organizzati dal Teatro Pubblico Ligure di Sergio Maifredi, unoa Genova alle 17 a Palazzo San Giorgioe laltro alle 21 al Teatro Comunale di Sori. Il romanzo di Melville è uno dei testi fondamentali della storia della letteraturaª spiega dElia e la ricerca di Achab è anche la nostra. Lui cerca disperatamente di riscattare lessere umano rispondendo alla grande domanda: chi cè sopra di noi? Davanti alle grandi domande siamo tutti soli, come Achab sulla sua piccola vecchia nave in mezzo alloceanoª. Domani pomeriggio dElia sar‡ a Palazzo San Giorgio nellambito della rassegna iCapitani coraggiosi. Incontri e racconti di marew per introdurre i temi portanti dellopera e recitarne alcune parti, facendo anche un parallelismo fra Achab e lUlisse di Dante (ingresso libero con prenotazione obbligatoria al 348 2624922). Alla sera sarà Sori con il suo spettacolo Moby Dickw liberamente ispirato a Melville, una produzione della Compagnia Corrado dElia (bigliettia 13 e 15 euro). Lo spettacolo è una riscrittura a nuovo della vicenda in versi, mi siedo davanti al pubblico e parlando di altri parlo anche di me. Fa parte dei miei iAlbumw che nascono tutti da urgenze. Sono dedicati ai grandi geni, come van Gogh, Beethoven, Steve Jobs. O ai grandi temi della letteratura, come lIliadeo appunto Moby Dickª. Scalzo, vestito di bianco, su un molo-passerella di legno,
dElia racconta, si racconta e parla del nostro tempo. » una confessione, un flusso di coscienza,è come se anche io fossi in mezzo al mare. Ripercorro i momenti salienti del romanzo di Melville ma parlo anche di cosa quel testo vuole dirci. PerchÈ abbiamo bisogno della grande parola, che oggi manca, ci accontentiamo di un tweet o di un selfie. E viviamo in una societ‡ che non ha domande e non ha desideri. Ma lo spirito cresce solo attraverso le domande. Abbiamo bisogno anche di emozioni, perchÈ un giorno senza emozioniè un giorno che dimenticheremo, un giorno non vissutoª. Certo, a volte il desiderio si trasforma in ossessione, come accade ad Achab: E allora rischiamo di diventare crudeli, come lui che, perso nella sua ricerca, non rispetta le leggi del mareª dice dElia, che vorrebbe che lo spettacolo emozionasse gli spettatori e li ispirassea riprendere in mano Melville una voltaa casa: La mia ossessione è il teatro, che per me è la nave e la balena. Io mi no trasformato nel teatro e continuoa inseguirloª. In questi giorni dElia e Maifredi sono anche impegnati nel progetto iArgonauti. Un canto per Recco. La citt‡ si fa teatrow: Abbiamo incontrato gli abitanti di Recco e ascoltato le loro storie. Oggie venerdÏ dalle 17.30 alle 19.30 nella sala consiliare del Comune di Recco si potr‡ ascoltare una prima restituzione di quelle storie, che ho elaborato in un testo. Da quel testo nascer‡ un grande spettacolo, con le musiche di Mario Incudine e Antono Vasta, che andrà poi in scenaa giugno nella piazzadavanti al Comune. Un canto della Recco di ierie di oggi, per guardare al futuro. ©RIPRODUZIONERISERVATA
Corrado d'Elia ospite della rassegna Capitani coraggiosi

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Oggi, domani e venerdÏ dalle 17.30 alle 19.30 appuntamenti in sala consiliare recco
Chi vuole ascoltare in anteprima una storia di iArgonauti. Un canto per Recco. La citt‡ si fa teatro" potr‡ farlo da questoggi con le tre letture partecipate del progetto di Teatro Pubblico Ligure, ideato da Sergio Maifredi per la Citt‡ di Recco. Si tratta di incontri che avranno luogo nella sala consiliare del Comune di Recco oggi, domani e venerdÏ 18 dalle 17.30 alle 19.30. Lingresso Ë libero e gratuito fino a esaurimento posti, ma con prenotazione obbligatoria scrivendo a recco@teatropubblicoligure.it . Laccesso consentito solo a chi Ë munito di Super Green Pass, nel rispetto delle normative vigenti. Sergio Maifredie Corrado dElia nei mesi scorsi hanno raccolto le storie che i cittadini di Recco hanno voluto raccontare, partecipando attivamente alla lunga azione di teatro di comunit‡ in cui risiede il cuore
di iArgonautiw. Sono il frutto degli incontri curati uno ad uno, durantei qualiË tornata a galla la storia dei singoli e della comunit‡, dal 1943 a oggi, un lungo periodo da ripercorre per guardare al futuro con i piedi ben radicati nel passato. Saremo felici o dichiara Sergio Maifredi, registae con Corrado dElia autore del testo o di farvi ascoltare quanto abbiamo fatto, con la stessa gioia con cui si condivide il pane appena sfornatoª. Intanto Ë andata avanti
anche la bella ricerca fotografica di Ruggiero Di Benedetto iRitratto di una Citt‡ -Argonautiw: negli scatti del fotografo sono i volti, gli sguardi dei cittadini di Recco, intenti al loro lavoroe durante la raccolta delle loro storie (per informazionie per partecipare potete scrivere a recco@teatropubblicoligure.it)."Ritratto di una Citt‡"Ë uno dei percorsi del progetto iArgonauti. Un canto per Recco. La citt‡ si fa teatrow, ideato da Teatro Pubblico Ligure. Con la rezione artistica di Sergio Maifredi e sostenuto dal Comune di Recco, si compone di quattro linee creative: iCercasi storiew, iRitratto di una citt‡w, iSinfonia di una citt‡w e iMappa geopoetica di una citt‡w. Quattro percorsi che, dopo un cammino lungo nove mesi iniziato nellottobre del 2021, troveranno sintesi nel giugno del 2022 in un grande spettacolo pubblico. Nel suo insieme, iArgonautiw Ë dedicato agli ottantanni cruciali della storia
di Recco. Due sono le date da ricordare. MercoledÏ 10 novembre 1943, in una notte di lunapiena,i recchesi subiscono il primo di tanti bombardamenti sulla citt‡, decisi dagli alleati per distruggere lo strategico ponte della ferrovia. Domenica 2 agosto 1959, primo scudetto della Pro Recco in serie A, conquistato dopo una partita epica disputata a Trieste. Una storia esemplare, perchÈ proprio quando tutto sembrava perduto, negli anni pi˘ neri, la citt‡ ha trovato una sua speciale forma di riscatto negli straordinari successi sportivi di una squadra di pallanuoto, la Pro Recco, formata da un gruppo di giovani amici a misura di campione. Gli eroi della Pro Recco sono come nei poemi omerici gli Argonauti: hanno compiuto imprese leggendarie e appartengono a un tempo mitico, lontano eppure sempre vivo. Il sindaco di Recco Carlo Gandolfo parteciper‡ tro di oggi: Siamo a buon punto o dice o e mi piace sottolineare la grande partecipazione che abbiamo riscontrato in questi mesi, con la raccolta di testimonianze importanti e interessanti. Il copione seguir‡ una drammaturgia in cui ognuno potr‡ riconoscersi. Sono molto incuriosito dal lavoro di Laura Canali, che nel rapporto con chi vorr‡ partecipare, comporr‡ la mappa geopoetica di Reccoª. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
Prende ulteriore forma il progetto di Teatro Pubblico Ligure curato da Sergio Maifredi
Racconti individuali e collettivi dal 1943 ad oggi, frutto della ricerca di questi mesi
GLI APPUNTAMENTI
OGGI, DOMANI E VENERDÌ, ore 17.30-19.30, sala consiliare del Comune: tre letture partecipate nell ambito del progetto “Argonauti. Un canto per Recco. La città si fa teatro"
Ingresso libero fino a esaurimento posti
Prenotazione obbligatoria a recco@teatropubblicoligure.it
Obbligatorio il Green pass rafforzato
4
i percorsi del progetto Argonauti, di Sergio Maifredi: “Cercasi storie”, “Ritratto di una città”, “Sinfonia di una città” e “Mappa geopoetica di una città”.
10-11 giugno le date
dello spettacolo conclusivo
Uno degli incontri del progetto Argonautia Recco
OLIVA

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Giuseppe Cederna parla con la Rivista IDEA di Mediterraneo montagna e Gianmaria Testa Sopra un primo piano di Giuseppe Cederna attore molto apprezzato anche in Granda sui cui palchi ha recitato in diverse occasioni A Bra nel 2017 ha portato in scena “Da questa parte del mare” e a dicembre 2021 è stato protagonista al Teatro Sociale di Alba con il Tartufo di Molière in cui ha recitato al fianco di Roberto Valerio e Vanessa Gravina immortalati insieme a Cederna nella foto a destra á C os ha fatto Giuseppe Cederna in pandemia? Ha imparato a falciare il grano e a lavorare la terra No non in una qualche tenuta alle porte di Roma dov è di casa ma in un isola greca che comincia per K dov è altrettanto di casa Cederna ci spieghi «La pandemia le ondate le varianti i teatri chiusi gli attori in crisi e una forte sensazione di incapacità creativa Il desiderio di fuggire era grande e non appena hanno riapertoi confini sono partito insieme alla mia compagna á Era il 3 luglio 2020» Perché la Grecia? A noi torna subito in mente “Mediterraneo” il film premio Oscar di Gabriele Salvatores dove lei interpretava il soldato innamorato di una prostituta «Un bellissimo ruolo e la scoperta di un isola che è diventata appuntamento annuale Però la Grecia fa parte del patrimonio culturale di famiglia Mio padreè archeologoe la Grecia Creta Atene e la cultura classica in genere fanno parte della mia formazione L Odissea è un libro che ho conosciuto presto Il mio bisogno di tornare in IL PROSSIMO PERSONAGGIO PORTATO IN SCENA SARÀ ZIO VANJA DI CECHOV E adesso si attende Zio Vanja Cederna porterà in scena uno dei più celebri personaggi cechoviani protagonista della commedia omonima diretto da Roberto Valerio già regista del Tartufo di Molière interrotto dalla pandemia Accanto ci sarà sempre Vanessa Gravina Il debutto è previsto a Pistoia dal 4 al 6 marzo e lo spettacolo sarà poi in tournée nel nord Italia in questa corrente stagione Segnaliamo ad aprile Pinerolo il 12 Savigliano il 13 e Alessandria il 14 Le anticipazioni promettono una messinscena tra realismo e sogno drammae commedia risatee pianti malinconie cecoviane ed energia pura «Perché dice il regista «la noia si racconta meglio tentando di non annoiare» Aspettiamoci dunque uno spettacolo energico e movimentato dove l ironia la fa da padrona grazie a continui spunti burleschi e tragicomici I personaggi tutti non sono eroi ed eroine ma persone comuni con le quali è facile immedesimarsi Tutti desiderano il riscatto tutti sono incapaci di agire per ottenerlo Si evade la realtà o almeno si tenta si insegue l illusione che apre varchi di finta soddisfazione si beve molta vodka e molto vino da una botte gigante per l ubriacatura notturna Per diciassette volte Cechov invita i personaggi a bere Perché dice Vanja “quando non c è vita vera si vive di miraggi” Grecia è polmonare» Sì ma la terra e la falciatura del grano cosa c entrano? «Abbiamo incontrato una famiglia di contadini ristoratori che ci ha praticamente adottati Ci ha ospitato offrendoci la stanza della loro figlia maggiore senza chiederci niente Allora per ricambiare ho voluto aiutarli: nei lavori dei campi e anche procacciando loro clienti per la taverna» In Grecia è un abitudine attrarrei turisti davanti ai ristoranti «Infatti Quando mi accorgo che sono italiani li intercetto subito e un po per scherzo un po no finisce che si fermano Alcuni mi no e mi chiedono un selfie Lo racconto anche nello spettacolo» Ecco appunto parliamo dello spettacolo un titolo curioso “Le isole del tesoro” «È nato da un idea di Sergio Maifredi il regista per la rassegna da lui diretta “Capitani coraggiosi” a Palazzo San Giorgio” a Genova dedicata a spettacoli e storie di mare “L isola del tesoro” di Stevenson è uno dei miei libri preferiti e quando sono saltate le date di “Tartufo” lo spettacolo con cui era in tournée interrotto dalla pandemia ndr ho ripreso quel libro che è stato la mia luce nel buio Due capitoli di Stevenson ogni mattina sono stati la mia disciplina quotidiana» Ma le isole sono due «Infatti l altra è l isola greca dove è nata l idea vera e propria quella di intrecciare la mia storia recente con quella di Stevenson e con alcuni capitoli del libro Stevenson soffriva di fragilità polmonare ed era sempre alla ricerca di luoghi adatti per migliorare le sue condizioni di salute I suoi luoghi del respiro mi hanno fatto pensare al nostro respiro di oggi minacciato dal Covid e l isola greca è stata per me il respiro del vento» A proposito di Mare terraneo mi racconti dello spettacolo dal libro di Gianmaria Testa “Da questa parte del mare” diretto da Giorgio Gallione «È il racconto delle storie e delle situazioni che hanno dato vita alle canzoni dell album omonimo ed è anche inevitabilmente il racconto di Gianmaria stesso e del suo rapporto con l esodo dei migranti che un giorno si studierà nei libri di storia Le voci sono anche le loroI testi sono di Marco Revelli e miei dalle testimonianze di Alessandra Ballerini avvocatessa che è stata a Lampedusa in prima linea» Infatti lo avete portato anche lì Com è andata? «Poche ore prima mi chiamano i volontari di Mediterranea per comunicare che sarebbe arrivata una barca a vela che aveva soccorso dei migranti e mi hanno permesso di assistere all attracco Vedere quella gente quei corpi vinti dal mare è stata un esperienza dura importante Quando sono andato in scena il palcoscenico vero era alle mie spalle» Con Gianmaria vi eravate conosciuti? «Ho avuto la fortuna di conoscerlo e di stabilire con lui e con Paola Farinetti la moglie un rapporto strettissimo Ora infatti stiamo lavorando a un nuovo spettacolo che debutterà la prossima stagione sempre con la regia di Giorgio Gallione tratto da “Storia di un corpo” di Daniel Pennac È il diario intimo e fisico di un uomo dai dodici anni fino alla morte a 87 in cui il protagonista annota meticolosamente i cambiamenti del suo corpo» Parliamo invece della sua frequentazione con la poesia «Una salvezza Al punto che ho creato il canale YouTube “Poesia salvaci tu” L idea è stata della mia compagna Alessandra Ferrari durante il lockdown: riprendermi mentre leggevo una breve poesia durata massima cinque minuti Faccia un salto» Detto fatto Ho appena ascoltato i versi di Claudio Damiani sul monte Soratte quello che ha ispirato anche Orazio «Come facevo a non conoscere Claudio Damiani L ho conosciuto grazie a un amico e ora lo leggo anche al telefono Ho lasciato un messaggio a un amico che vive a Milano Damiani vive a pochi chilometri dal monte Soratte dove io vado spesso sono innamorato di quelle montagne» Infatti volevo proprio chiederle delle sue camminate poetiche in montagna per “Sconfinamenti” la rassegna organizzata dall Enoteca Regionale di Ovada e del Monferrato «Una passeggiata letteraria tra i boschi in silenzio intervallata da quattro stazioni dove ho letto e commentato poesie di Kavafis Szymborska Rimbaud Ungaretti È uno spettacolo rodato fatto anche in vetta ma ogni volta un esperienza nuova» La sua passione per la montagna da dove arriva? «Sono per metà valtellinese e quelle montagne le frequento da sempre Il mio bisnonno era un esploratore alpino progettava rifugi piantava alberi Ho viaggiato molto sono stato in India e sull Himalaya e ho cominciato a scrivere e a raccontare ciò che vedevo In vetta sono felice» Per questo è diventato una guida virtuale del museo della montagna di Torino? «Sono quindici anni che le maschere mi vedono scendere in corda doppia e non ne possono più»

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* Teatro
Miriam Bocchino
Giuseppe Cederna – Ph: Massimiliano-Valle
Uno spettacolo lieve in cui il racconto si intreccia con la storia per divenire narrazione di stati d’animo e di istanti.
È stato in scena al Teatro Vittoria “Le isole del tesoro” di Giuseppe Cederna e Sergio Maifredi.
Giuseppe Cederna, unico interprete sul palcoscenico, con levità narra allo spettatore, regalando gesti e parola, il romanzo “L’isola del tesoro” di Robert Louis Stevenson. Uno dei più celebri libri per ragazzi, pubblicato nel 1881, diviene per Cederna l’occasione di intrecciare la sua storia con quella di Jim, il narratore e protagonista dell’opera.
Le isole sono due, quella greca dell’interprete e quella di fantasia dello scrittore, isole che diventano stati d’animo e involucri capaci di racchiudere un tesoro.
“Le storie sono luci nell’ombra”, afferma Cederna. Luci che si rivelano nei momenti più difficili di un’esistenza. Per un attore senza palcoscenico le ombre possono fagocitare ogni tentativo di speranza. L’artista, tuttavia, non può accettare l’immobilismo e la sua isola greca diviene meta per nuovo desiderio. Partire è l’occasione per riscoprire e ritrovare il senso di se stessi e del proprio lavoro.
Come Stevenson nella celebre poesia “Il lampionaio” racconta di come bambino attendeva Leerie, che ogni sera sopraggiungeva per illuminare la strada, sognando di divenire lui stesso un lampionaio, capace di “accendere luci nel buio”, così Cederna accompagna lo spettatore nella ricerca della fiammella che possa far scaturire rinnovamento e anelito di fiducia.
Le storie di Cederna e Jim si intrecciano, il confine diviene labile e la realtà cede il posto alla fantasia.
“Forse noi siamo quell’isola che andiamo cercando tutta la vita eppure a volta per trovarla bisogna mettersi in viaggio, accendere lampioni e raccontare storie.”
“Le isole del tesoro”, in un’alternanza di lettura e racconto, di recitazione e pseudo – improvvisazione, con la regia di Sergio Maifredi, diviene un viaggio da intraprendere, una catarsi collettiva in cui lupi di mare, capitani, pirati e ammutinamenti sono in grado di far viaggiare per mari lontani per poi far approdare sulla propria isola.
Giuseppe Cederna vive il palcoscenico, lo attraverso e lo anima: l’interpretazione magistrale rende ogni spettatore protagonista del proprio racconto personale, in cui le sfumature dell’esistere colorano il significato intrinseco dello spettacolo.
“In soggiorno la cena ci attende,
il sole sta per tramontare,
mi accosto al vetro e scosto le tende
per veder Leerie arrivare,
perché ogni sera, quando il sole cala
con nebbia fitta o con foschia più rada
arriva Leerie con lanterna e scala
nel buio, e illumina la strada.
Tommy vorrebbe fare il macchinista
e Mary andarsene al mare,
mio papà è un capitalista
ricco da invidiare.
Ma io, quando sarò cresciuto
e potrò scegliere ciò che fa per me,
o Leerie, quello che ho sempre voluto
è accendere i lampioni insieme a te.
Perché noi abbiamo una bella fortuna:
proprio davanti a casa c’è un lampione,
Leerie lo accende, sembra quasi la luna,
e poi ne accende un altro milione.
Ma prima di sparire voltati indietro,
Leerie, con la tua scala e il lumicino,
guarda quassù, qui, dietro il vetro
dove ti osserva ogni sera un bambino!”
Il lampionaio – Robert Louis Stevenson

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ROMA II Giuseppe Cederna torna in scena «cucendosi» addosso uno spettacolo (con Sergio Maifredi, coautore e regista dello spettacolo) che sotto il titolo Le isole del tesoro (ancora staserae domani pomeriggio al teatro Vittoria) intreccia tre diversi racconti. Il primo ha un carattere strettamente «biografico», svelando l abituale buen retiro dell artista in un isola greca, ospite nella casa generosa di due isolani, che oltre a garantirgli l ospitalità, gli offrono il sapore verace dell avventura, del mangiare sano e di gusto, e soprattutto della fantasia che le onde dell Egeo possono dischiudere e moltiplicare. IN QUEL CONTESTO isolano e isolato, Cederna pensa a un altro luogo mitico, quella Isola del tesoro che dalla fine dell ottocento è un fondamentale romanzo di formazione per diverse generazioni di ragazzi, muovendosi tra avventura e valori spesso in conflitto di fascinazione. E non secondaria nel racconto, emerge anche l avventura umana dell autore di quel romanzo, Robert Louis Stevenson, un genio letterario che fece anche della propria vita un avventura, scrivendo quel romanzo che non solo in forma di libro, ma anche di numerosi film e di memorabili sceneggiati televisivi, ha educato ondate successive di ragazzi al coraggio che sconfigge la paura e in qualche modo rende felici (grazie anche al tesoro infine recuperato in quei fantastici e sperduti mari della fantasia).
LO SPETTATORE è chiamato a immedesimarsi per prendere parte al gioco, senza la necessità di dover discernere troppo per il sottile tra le avventure dello scrittore Stevenson, quelle del suo eroe Jim capace di sconfiggere il pirata sanguinario che allo stesso tesoro ambisce, e quelle dello stesso Cederna che ce le racconta, dal beato isolamento in mezzo all Egeo, àncora (e tesoro) di salvezza dalle incertezze della vita di palcoscenico che la pandemia ha esasperato. Cederna è bravo a tenerci appesi a quei tre racconti intrecciati, e superando qualche esitazione, anche lo spettatore può fantasticare la propria isola di coraggio, e di felicità.

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questa sera alle 21 al teatro comunale di sori Lattoree musicista Andrea Nicolini torna ad interpretare iIl contrabbassow di Patrick S¸skind stasera alle 21 al Teatro Comunale di Sori, con la regia di Luca Giberti. Il mio Ë un personaggio adorabile, ha in sÈ una nevrosi che non riguarda solo i musicisti ma chiunque nel mondo contemporaneo vivacon impegno il proprio lavoro ma non tutto il restoª, spiega Nicolini. Il monologo di S¸skind, sto di culto della drammaturgia contemporanea, Ë stato pubblicato nel 1981, quattro anni prima del bestseller mondiale iIl profumow. Descrive le aspirazioni, le frustrazioni, le passionie le fragilit‡ di un contrabbassista dorchestra dopera, che attraverso il suo rapporto con lo strumento racconta se stesso, finendo per diventare un simbolo dellinsignificanza dellintellettuale nella societ‡ contemporanea.
Vorrei paragonare questo testo allo stream of consciousness di Joyceª interviene Giberti, registae produttore dello spettacolo » un testo che ho voluto leggere anche in tedesco, inglese e francese per sfruttarne tuttii filoniª. Le parole del contrabbassista, pronunciate nella sua casa da single insonorizzatae chiusa al resto del mondo, rappresentano le frustrazionie le contraddizioni delluomo no. Il suo chiudersi in casa Ë una metafora ambigua: Ë listinto vitale dellanimale che si rifugia nella tana maË anche una tentazione di autodistruzioneª, dice Giberti. Al quale fa eco Nicolini: In lui, stante tutto, la vita vince sulla morte. Sono le sue passioni a salvarlo: per una donna, per la musica, per il suo strumentoª. Il comico si alterna al malinconicoe al tragico in questo testo, gi‡ cavallo di battaglia
dellattore polacco Jerzy Stuhr, che qui ha le sceneei costumi di Guido Fiorato, le luci di Sandro Sussi, la liuteria di Gianmaria Assandri. Il protagonistaAndrea Nicolini, gi‡ diretto da Peter Stein, Marco Sciaccaluga, Rosario Lisma, Jurij Ferrini e Sergio Maifredi, per loccasione ha imparato a suonare il contrabbasso. Lo spettacolo Ë preceduto, alle 19.30 nel foyer, da iGiovedÏ giallow con lo scrittore Bruno Morchio, che si dedica a iIl clan dei MahÈw di Georges Simenon. I biglietti per iIl contrabbassow costano 13e 15 euro. Il iGiovedÏ giallow costa 5 euro per chi assiste anche allo spettacolo, 10 euro per gli altri edË gratuito per gli abbonati. Info su www.soriteatro.it e www.teatropubblicoligure.it.
Un momento dello spettacolo ȂIl contrabbassoȃ
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il progetto argonauti RECCO
Nella lunga ed esaltante cavalcata degli iArgonautiw, la forma di teatro collettivo che vede protagonisti i recchesi e la storia della citt‡, Ë arrivato il momento del coro. Da qualche giorno Ë stata attivata una call per cercarei componenti del Coro popolare che canta per la citt‡ di Recco. Chi dentro di sÈ sponde sÏ, deve solo inviare una mail a recco@teatropubblicoligure.ito telefonare al numero 347 3266731 (anche messaggi whatsapp). Non cË bisogno daltro, solamente della voglia di stare insieme e unire le proprie voci, per partecipare a iSinfonia di una citt‡w guidati dai maestriMario Incudine e Antonio Vasta, in collaborazione con la t‡ Filarmonica iGioacchino Rossiniw. Dunque, sta per entrare nel vivo il terzo percorso di cui si compone iArgonauti. Un canto per Recco. La citt‡ si fa teatrow, ideato da Teatro Pubblico Ligure con la direzione artistica di Sergio Maifredi, sostenuto dal Comune di Reccoe seguito personalmente dal sindaco Carlo Gandolfo, al fianco dei cittadini nelle fasi della sua realizzazione. Le selezionie le prove si terrannoa Recco dal 15 al 17 febbraio, dalle 21 alle 23, nei locali della Sala musica della Filarmonica iRossiniw, in via Vecchia Vastato 15. Il coro di voci avr‡ la stessa importanza del coro delle tragedie greche, sar‡ la voce della citt‡ che compagner‡ lo spettacolo conclusivo iArgonauti. Un canto per Recco. La citt‡ si fa teatrow il 10 e 11 giugno. Testi e musiche sono scritte da maestri concertatori e tutti possono aderire e partecipare. Ci saranno provee momenti di lavoro dal 28 al 30 marzo e dal 5 al 9 giugno, mentre altri incontri serali con i musicisti della Filarmonica cittadina potranno essere fissati di lunedÏ e di giovedÏ. Incudine e Vasta stanno scrivendo e arrangiando le canzoni attraverso cui sar‡ raccontata la storia di Recco, intrecciata con quella degli eroi della Pro Recco, cosÏ come con le vite quotidiane e straordinarie dei cittadini di Recco. E. M.