Sabato 29 luglio 2017 – Ore 21,30
Recital di geografia esistenziale di Gian Luca Favetto
Da “Se dico radici dico storie” di Gian Luca Favetto (Laterza)
Le radici sono il futuro. Sono al futuro, guardano sempre in quella direzione. Hanno un passato, affondano nel presente, ma esistono per il futuro. Sono memoria e futuro al tempo stesso, memoria del futuro. Le radici non stanno, vanno. Dentro di esse coesistono l’idea e la natura dell’abitare e dell’andare, del residente e del viaggiatore, del nomade e dello stanziale. Perché sono destino e destinazione. È per questo che le radici sono davanti, non dietro. Sono i nostri polpastrelli, i nostri occhi, ciò che entra per primo in contatto con l’altro. Non sono la nostra cuccia, sono la lente attraverso cui leggere e vivere il mondo. A ben vedere, a ben ascoltare, le radici sono le storie che ci raccontano: che noi raccontiamo e che raccontano noi. Tratto dal libro “Se dico radici dico storie” (Laterza), il recital adopera la musica come scenografia: un fluire di suoni, rumori, melodie che diventano, di volta in volta, luogo, personaggio, cascina, bastimento, orizzonte, paese, città, viaggio. Due voci leggono e cantano, dialogano, si alternano, fanno accadere le cose, dicono le storie di cui siamo fatti.
Ingresso libero
in caso di maltempo gli spettacoli si terranno al Teatro Massone di Pieve Alta