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COMUNICATO STAMPA
TEATRO PUBBLICO LIGURE

SORITEATRO 2022/2023 – VIII STAGIONE
Direzione artistica Sergio Maifredi

 

Sori (Genova), 10 ottobre 2022Soriteatro 2022/23, l’ottava stagione organizzata da Teatro Pubblico Ligure con la direzione artistica di Sergio Maifredi al Teatro Comunale di Sori, in provincia di Genova, è fatta di best seller e di viaggi: qui sono in arrivo titoli di qualità e da qui si parte per il “Grand Tour” del teatro europeo. La stagione è sostenuto da Teatro Pubblico Ligure con il contributo del Comune di Sori, in collaborazione con la Pro Loco di Sori. Iniziamo da quello che accade nella sala ligure, una casa delle storie frequentata da un pubblico abituale e costante. Dal 27 ottobre 2022 al 18 maggio 2023 vanno in scena sette spettacoli spinti sul palco dalla passione di chi li ha scritti. Ognuno dice molto di chi lo ha concepito e ha deciso di condividerlo come si fa con un gruppo di amici. Una comunità a cui si rivolgeranno artisti, scrittori e studiosi come Vittorio Franceschi, Beppe Gambetta, Andrea Nicolini, David Riondino e Dario Vergassola, Massimo Minella, Marco Baliani, Paolo Nani, Arianna Scommegna e Giorgio Ieranò. Fra le novità che propongono ci sono anche veri e proprio classici, long seller come “Kohlhaas” di Marco Baliani e Remo Rostagno (23 febbraio), in scena dal 1989 con le mille repliche già festeggiate, o “La lettera” di Paolo Nani (9 marzo), spettacolo che ha appena compiuto 30 anni. Pietre preziose che chi ha visto non dimentica, rare come gli “Spostamenti improvvisi” di Vittorio Franceschi (27 ottobre), attore di lungo corso e meritati applausi, fresco vincitore del premio Le Maschere del Teatro Italiano, che seleziona una vera e propria summa del suo repertorio appositamente per Soriteatro, componendo una speciale biografia artistica come un “Viaggio di teatro e poesia”. Inoltre, debutteranno tre nuove produzioni di Teatro Pubblico Ligure con la regia di Sergio Maifredi. La prima è “La traviata delle camelie. Margherita e Violetta: donne sull’orlo di una crisi respiratoria” con David Riondino e Dario Vergassola (14 dicembre), in scena con il soprano Li Beibei, Fabio Battistelli al clarinetto, Angela Tomei al violino, Riviera Lazeri al violoncello, per compiere un viaggio attraverso musica e letteratura da Dumas a Verdi. Il secondo è “Il grande racconto del labirinto” (18 maggio) che porta sulla scena una coppia inedita formata da una delle più stimate attrici italiane, Arianna Scommegna, e da un grecista come Giorgio Ieranò, docente all’Università di Trento, con cui il mondo antico riprende vita in un racconto avvincente. Saranno loro a condurre gli spettatori dentro al labirinto, portandoli sicuri all’uscita dopo avere incontrato Arianna, il Minotauro, Teseo, Pasifae, Fedra ed Europa. La terza è “Sister Blandina”, di cui si parla poco sotto.

 

Ma Sori non è solo un punto di arrivo, è anche un punto di partenza. Da anni Teatro Pubblico Ligure viaggia in Europa per conoscere il lavoro dei più grandi registi, da Thomas Ostermeier a Berlino ad Arianne Mnouchkine a Losanna. Un’attività che prende il nome di “Grand Tour”, nel 2022/23 realizzata in collaborazione con il Festival Narni Città Teatro diretto da Davide Sacco. La prima tappa è il 15 novembre a Parigi per vedere il nuovo spettacolo di Bartabas con il suo Théâtre Zingaro nel Fort di Aubervilliers, “Cabaret de l’exil. Irish Travellers”. Altre ne seguiranno per completare una vera e propria stagione teatrale europea. Inoltre, Soriteatro 2022/23 conferma dal 27 ottobre gli incontri nel foyer alle 19.30, quest’anno dedicati alla letteratura ironica con “Far ridere è una cosa seria” ideati da Barbara Fiorio, scrittrice affermata, autrice di molti romanzi tra cui “Qualcosa di vero” (Feltrinelli, 2015), “Vittoria” (Feltrinelli, 2018) e “La banda degli dei” (Rizzoli, 2021 – Vincitore del Premio Selezione Bancarellino 2022). Parlerà di Mark Twain, Christopher Moore, Fredrick Backman, Tonino Benacquista e Terry Pratchett. Inoltre, arriva alla quarta edizione “Teatralità dell’arte”, progetto di Massimo Minella e Sergio Maifredi, quest’anno dedicato a “La città cancellata, la città mai nata, la città del futuro”, in programma tra febbraio e maggio 2023 in luoghi fuori dalle rotte abituali e con ospiti di rilievo del panorama nazionale. Minella, giornalista e scrittore, vice caporedattore di Repubblica, è anche presente nella Stagione di Soriteatro con il debutto di un nuovo racconto scritto con Daniela Suzzi, “Sister Blandina. Le avventure di una suora nel Far West” (12 gennaio), terza nuova produzione di Teatro Pubblico Ligure, che porta alla conoscenza una storia dimenticata, quella di Maria Rosa Segale. Nata a Cicagna, a 4 anni sale con la sua famiglia su un piroscafo diretto negli Stati Uniti, dove a 22 anni diventa Suor Blandina, si mette in viaggio da sola verso il West sempre al servizio delle minoranze, fra le prime a porre la questione dei nativi americani. 

  

PREZZI E INFORMAZIONI

Teatro Comunale di Sori, via Combattenti Alleati 9, Sori (Genova)

Biglietto spettacoli: 15€ intero, 12€ ridotto. 

Biglietto incontri nel foyer: 5€ per i non abbonati. 

Biglietti per Teatralità dell’Arte: 10€ per i non abbonati. 

Abbonamento a 7 spettacoli: 49€ per chi lo acquista entro il 27 ottobre 2022, 70€ per chi lo acquista in seguito.

Fuori abbonamento “Grand Tour. Stagione europea”. Prenotazioni info@teatropubblicoligure.it e cell. 348 2624922

 

Biglietti e abbonamenti in vendita in teatro un’ora prima dell’inizio di ogni spettacolo. Sempre on line www.mailticket.it.  Per informazioni e prenotazioni: info@teatropubblicoligure.it e cell. 348 2624922.

Informazioni e aggiornamenti su www.teatropubblicoligure.it 

Programma

Teatro Pubblico Ligure
SORI TEATRO - stagione 2022/2023
Teatro Comunale di Sori

Giovedì 27 ottobre 2022

ore 19.30

Incontro con la scrittrice  BARBARA FIORIO  MARK TWAIN - Una cura per la tristezza

Nonostante le difficoltà della sua esistenza, o forse proprio per quelle, il modo che ha Mark Twain di raccontare il mondo raggiunge l’eccellenza grazie alla sua capacità di unire fine umorismo, solida narrativa e critica sociale. Era irriverente con le vanità umane, sferzante contro l’ipocrisia, spietato contro la grettezza e l’ottusità. In questo racconto, attraverso un suo divertimento retorico, fa un'analisi molto precisa della struttura narrativa di un romanzo e ne indica tutti i punti di debolezza, evidenziando meccanismi usati più spesso di quanto non si creda. Di fatto è un'analisi letteraria utilissima. E un esempio sublime di scrittura ironica.

ore 21.00

VITTORIO FRANCESCHI  SPOSTAMENTI IMPROVVISI Viaggio di teatro e poesia

di Vittorio Franceschi

Il drammaturgo e il poeta sono delle strane persone che scrivono dialoghi, o versi, cercando di raccontare quello che han capito del mondo, di solito poco o niente. Tanto per cambiare, solo domande. E allora, perché scrivere? Perché l’acqua va all’ingiù e non c’è verso di farle fare il contrario. C’è chi per sentirsi vivo accumula più denaro che può. Chi va in palestra un giorno sì e un giorno no. Chi studia canto anche se ha poca voce. Chi costruisce velieri dentro a una bottiglia. E c’è chi scrive. E c’è chi ti telefona e ti dice: perché non vieni a leggerci quello che hai scritto? E’ proprio quel che è successo a me. Ed è per questo che stasera sono qui. Sul palcoscenico ci si sente molto fragili. Quando il sipario si apre, il primo istinto è quello di scappare. Ma il pubblico, che di solito è molto generoso, ci applaude e ci incoraggia accettando - e forse facendo propria - la nostra fragilità. Chi va a teatro sa che in certi momenti in quello spazio magico si crea un silenzio che non si sente da nessun’altra parte. Anche un colpo di tosse è silenzio. Io credo che si vada a teatro proprio per ascoltare quel silenzio lì. E’ proprio in quel luogo e in quell’istante che tutti, attori e spettatori, dimenticano il proprio io e il proprio indirizzo di casa e diventano comunità. Ed è proprio in quel luogo e in quell’istante che qualche volta, se si è fortunati, fa capolino la poesia. Vittorio Franceschi.

Vittorio Franceschi

Interprete importante e pluripremiato della scena italiana e internazionale, regista teatrale e autore di molti testi tradotti e rappresentati in tutta Europa, Vittorio Franceschi è una gloria del nostro teatro. Negli anni ’60 collabora con il Teatro Stabile di Torino, il quale allestisce le sue prime commedie. Nel 1968 è tra i fondatori, con Dario Fo e Franca Rame, di Nuova Scena, un’associazione il cui scopo era dare spazio ad un teatro alternativo e che Franceschi guida fino al 1981, spostandone la sede da Milano a Bologna. È autore di innumerevoli testi teatrali, fra cui La ballata dello spettro (1974), Monologo in briciole – collage di materiali tratti dall'opera narrativa e poetica di Cesare Zavattini (1984), Scacco pazzo(1991), da cui è tratto l'omonimo film di Alessandro Haber (2002); Jack lo sventratore, che ha debuttato al Festival dei Due Mondi di Spoleto (1992) e Il sorriso di Daphne, che ha ricevuto nel 2006 il Premio Ubu (Nuovo testo italiano). In qualità di attore ha lavorato nei principali Teatri Stabili italiani e all'estero con la Comédie de Genève. Ha interpretato diversi ruoli anche in campo cinematografico. È condirettore della Scuola di Teatro Alessandra Galante Garrone di Bologna, dove insegna recitazione. Nel 2022 viene insignito del premio Le Maschere del Teatro Italiano con “il Domatore” (migliore novità italiana).

Lunedì 07 novembre

ore 21.00 

BEPPE GAMBETTA e ANDREA NICOLINI  DICHIARAZIONI D’AMORE  Storie di un domatore di note 

Regia Sergio Maifredi Produzione Teatro Pubblico Ligure 

Lo spettacolo nasce dai racconti del libro omonimo di Beppe Gambetta e ripropone le grandi infatuazioni per la bellezza dell’arte vissute dall’artista genovese nella sua vita di musicista indipendente. Un mondo variegato di storie e musica raccontato in sinergia con l'attore Andrea Nicolini, a sua volta compositore e musicista, partner dalla sensibilità perfetta per condurci in luoghi diversi e tempi lontani.

Beppe Gambetta paragona il suo lavoro a quello del prestigiatore del circo di provincia che, oltre a far apparire il coniglio dal cilindro, strappa i biglietti all’ingresso, vende lo zucchero filato durante l’intervallo, nel primo tempo volteggia al trapezio, nel secondo è un perfetto domatore di coccodrilli. Le storie raccontate sono quelle di un domatore di note che vende musica anziché zucchero filato, sicuramente anche un po' clown, sempre in movimento facendo salti mortali dietro a mille occupazioni, attento ai morsi dei coccodrilli tra le dinamiche del mondo musicale che cambia continuamente. L’energia per andare avanti proviene proprio dall’arte e dalla bellezza che illuminano il corso della vita: dichiarazioni d'amore per la chitarra acustica, per il viaggio, per i padri della musica, per le culture altre, per la canzone d'autore, per l’energia emanata dal pubblico, per la composizione, per la bellezza che ci viene dal passato, per le atmosfere dei festival, per gli amici che l’arte ti regala, per l’insegnamento e per coloro da cui si impara, per il silenzio della notte, per la propria città, per il soffritto di aglio, cipolla, porcini e prezzemolo… Ogni dichiarazione d'amore ha una sua storia da ripercorrere e una sua musica da evocare, un percorso che dai vicoli di Genova porta alle pianure del Midwest americano, dalle strade della Boca ai sobborghi di Sydney, passa oltre la cortina di ferro e arriva nel backstage di Faber, fino alle dune di Sand Creek.

Beppe Gambetta 

Chitarrista, cantante, compositore, ricercatore e divulgatore, ha sviluppato uno stile in cui radici americane ed europee riescono a parlare insieme con una sola voce. Di casa negli Stati Uniti dove vive e lavora, ha sempre portato Genova con sé, come fonte di ispirazione e orgogliosamente luogo della propria origine. La sua carriera americana inizia nel 1988 quando realizza una collezione di duetti visitando di persona 12 leggendari chitarristi della scena acustica, tra cui Norman Blake, Dan Crary, Mike Marshall, John Jorgenson. Nel 1989 attraversa la "Cortina di ferro" per esibirsi al Festival di Porta in Cecoslovacchia e percepisce l'ondata rivoluzionaria che a quei tempi si autoproclama anche attraverso la musica. Nel 1993 incontra e collabora con Gene Parsons, ex membro della leggendaria band folk-rock, The Byrds. Parsons registra nel primo CD americano "Good News From Home” (Green Linnet, 1995). In questo album, Gambetta fonde il suo amore per le radici americane con elementi della tradizione italiana ed europea creando così il proprio stile multinazionale. Alla fine degli anni '90 lancia un progetto per la ricerca della musica dimenticata dei Virtuosi italiani del primo Novecento e si concentra sulla riscoperta della musica e sulla ricostruzione degli strumenti musicali del leggendario chitarrista genovese Pasquale Taraffo. Questo lavoro lo porta alla registrazione di due CD "Serenata"e "Traversata". Dal 2001 Beppe Gambetta produce le "Acoustic Nights", una serie di concerti che riuniscono ogni anno musicisti internazionali al Teatro Nazionale di Genova. Nel 2019 viene insignito dell'incarico onorario di “Ambasciatore di Genova nel Mondo” dal Sindaco Marco Bucci. La sua canzone “Dove Tia O Vento” dedicata a Genova è finalista alle Targhe Tenco 2020 ed entra in classifica nelle Folk DJ charts americane.

Andrea Nicolini 

Attore, ma anche compositore di musica per teatro. Se da una parte ha collaborato con tanti Teatri Stabili e Compagnie private italiane (ben più di 100 spettacoli), guidato da registi come Peter Stein, Alfredo Arias, Krzysztof Zanussi, Mario Scaccia, J. D. Puerta Lopez, Marco Sciaccaluga, Gabriele Lavia, Sergio Maifredi, G.f. De Bosio, Carlo Sciaccaluga, Giorgio Gallione, Valerio Binasco, Jurij Ferrini, Benno Besson, Mathias Langhof, ecc., dall’altra ha creato commedie musicali come Con le spalle al mare (con F. Amoroso), Don Chisciotte (con S. Curina). Cura regia e recita in operine prodotte dal Carlo Felice e musicate da A. Basevi. Fonda Ludus in fabula e Phonodrama dando vita a I Garibaldini, Fiume del mondo, La famosa invasione degli orsi in Sicilia, Uscito dalla trincea, Monkey’s kabarett, Come una lingua di fuoco.

Prende parte, tra i moltissimi spettacoli di prosa, a Demoni da Dostoievskij regia di Peter Stein, vincitore premio Ubu 2009. Spettacolo maratona della durata di 12 ore con il quale compie una lunga tournée mondiale.

E’ il protagonista del monologo Il Contrabbasso di Suskind, regia di Luca Giberti, Ha tenuto uno storico reading con Lou Reed a Genova nel 2004 tratto dal disco The raven.

Martedì 15 novembre 2022  - GRAND TOUR - PARIGI 

THÉÂTRE ZINGARO DI BARTABAS Cabaret de l’exil. Irish Travellers uno spettacolo di Bartabas

Per questa seconda parte del “Cabaret of Exile”, Bartabas esplora il mondo dei viaggiatori irlandesi; nomadi di origine irlandese in esilio nel proprio paese. Questo popolo itinerante afferma la propria identità basata sull'amore per il cavallo e su una cultura musicale di singolare tradizione orale.

Per celebrare questo stile di vita, simbolo di libertà e diversità, Bartabas invita per l'occasione musicisti irlandesi e Thomas McCarthy, cantante e narratore di questa comunità, a unirsi alla sua tribù metà uomo e metà cavallo.

Un invito a viaggiare per scoprire fraternamente intorno a un bicchiere di sapori irlandesi, al Fort d'Aubervilliers in un Teatro Equestre Zingaro costantemente reinventato.

Chi è Bartabas?  E cosa è il suo teatro, che ha come indiscusso protagonista il cavallo? Personaggio dalla biografia misteriosa, come in fondo si addice alla natura gitana della sua arte, Clément Marty alias Bartabas nasce probabilmente intorno a Parigi, figlio di un medico e di un architetto. Nel 1984 dà vita al Théâtre Equestre Zingaro: mescolando circo e teatro di ricerca, danza e performance, le suggestive rappresentazioni della compagnia hanno come indiscusso protagonista il cavallo, di cui viene celebrata la forza e la bellezza primigenia, ma anche la capacità rituale di unire l’uomo alle radici più profonde del suo essere.

Bartabas, nelle vesti di regista, patron e primo cavaliere dello spettacolo, diventa un personaggio leggendario.

GRAND TOUR A teatro in Europa. “Grand Tour. Stagione teatrale europea” è il nuovo progetto di Teatro Pubblico Ligure ideato da Sergio Maifredi, quest’anno in collaborazione con il Festival Narni Città Teatro diretto da Davide Sacco. Da novembre 2022 a maggio 2023 porterà il pubblico ad assistere ai migliori spettacoli della scena europea, da vedere nei teatri in cui sono stati creati insieme a Sergio Maifredi e Davide Sacco che accompagneranno gli spettatori in sala. Il primo viaggio sarà a novembre a Parigi, per vedere il nuovo spettacolo di Bartabas con il suo Théâtre Zingaro nel Fort di Aubervilliers: “Cabaret de l’exil. Irish Travellers”. 

Il GRAND TOUR 2022/23 di Teatro Pubblico Ligure è un invito a rovesciare il punto di vista. Non importare spettacoli in scatola ma viaggiare per vederli  là dove sono nati. I frutti migliori si colgono dall’albero. L’arte va vissuta dove è nata, nel luogo per cui è stata ideata, non sotto le teche di un museo, fuori dal suo contesto. Lo stesso accade per i grandi spettacoli: sono stati creati per dialogare con lo spazio in cui sono stati concepiti. Occorre sentire il ritmo del pubblico di quel teatro, sedersi e cenare in teatro, sfogliare i libri del bookshop.

Bene, in marcia quindi! Da anni Teatro Pubblico Ligure viaggia con il proprio pubblico a Berlino, Losanna, Milano, per conoscere il lavoro dei più grandi registi: Thomas Ostermeier, Arianne Mnouchkine, Giorgio Strehler, James Thierrée, Eugenio Barba, Milo Rau. 

La novità di quest’anno è l’organizzazione di una vera e propria Stagione Teatrale Europea. 

Il calendario europeo e le modalità di partecipazione disponibili dal 30 settembre su www.teatropubblicoligure.it o scrivendo alla mail info@teatropubblicoligure.it

Tutti gli appuntamenti in arrivo saranno aggiornati su su www.teatropubblicoligure.it

Mercoledì 14 dicembre 2022 

ore 19.30

Incontro con la scrittrice BARBARA FIORIO  CHRISTOPHER MOORE – Il vangelo secondo Biff. Amico d'infanzia di Gesù

Biff è l’amico d'infanzia di Gesù e, dopo duemila anni, scrive il suo vangelo, in cui racconta la storia del Messia che, non avendo uno straccio di idea su come diamine si faccia il messia, a dodici anni deve scoprirlo in qualche modo e, siccome l'arcangelo è quanto di più inattendibile ci sia, va insieme a Biff alla ricerca dei Re Magi, gli unici ad avere un barlume di autorevolezza in materia. Si aprono porte sulle grandi religioni di tutti i tempi con leggerezza, serietà, ironia e immenso rispetto. Si ride molto, si scopre molto, ci si commuove moltissimo. Adatto a tutti, cattolici e no.

ore 21.00

DAVID RIONDINO e DARIO VERGASSOLA LA TRAVIATA DELLE CAMELIE  Marguerite e Violetta: donne sull’orlo di una crisi respiratoria  con DAVID RIONDINO e DARIO VERGASSOLA LI BEIBEI - Soprano FABIO BATTISTELLI - Clarinetto ANGELA TOMEI - Violino  RIVIERA LAZERI – Violoncello  Arrangiamenti ROBERTO FRATI PRODUZIONE TEATRO PUBBLICO LIGURE / SERGIO MAIFREDI Direttore di Produzione Lucia Lombardo 

Un viaggio attraverso musica e letteratura da La Dame aux camélias di Alexandre Dumas a La traviata di Giuseppe Verdi, in compagnia di un narratore, David Riondino, un incredulo spettatore della vicenda, Dario Vergassola, e la voce di Li Beibei, soprano, che interpreta alcuni passaggi dalle arie verdiane di Violetta. Colpa, peccato, gelosia, redenzione, felicità sono i motori dei principali comportamenti umani, ma rappresentano anche sentimenti spesso eccessivi sui quali può scivolare certa satira leggera. Così, sulle note della partitura verdiana, trascritta per ensemble da camera composto da clarinetto, violino e violoncello, momenti drammatici e situazioni esilaranti si alternano, in una dissacrante versione della storia di Violetta.

Giovedì 12 gennaio 2022 

ore 19.30

Incontro con la scrittrice BARBARA FIORIO  FREDRICK BACKMAN – Britt-Marie è stata qui 

Britt-Marie, una meravigliosa e struggente control freak, fa la sua prima comparsa in "Mia nonna saluta e chiede scusa", lasciando già intuire la propria potenza, anche se lì non è facilissimo amarla, almeno fino a un certo punto. Ma, poi, la prospettiva si ribalta.

Ed ecco Britt Marie fare le valigie e partire per andare qui, in questo romanzo, dove Backman la sceglie come protagonista e ci racconta la sua storia, ci sfodera la sua anima, ci fa vivere insieme a lei e ci fa amare visceralmente gente che, forse, né noi né Britt-Marie sceglieremmo di amare. E invece.

Ironico, struggente, vivo. E pieno di campanelli che suonano e non capiscono proprio niente (preparatevi a vergognarvi moltissimo dei vostri cassetti delle posate).

Backman racconta la bellezza della vita che accade, con personaggi straordinari, anime profonde e bellissime, e con una scrittura leggera, ironica e capace di afferrare le viscere e stritolarle quando arriva il momento del dolore.

ore 21.00

MASSIMO MINELLA SISTER BLANDINA  Le avventure di una suora nel Far West

Racconto di Massimo Minella e Daniela Suzzi  Musiche di Franco Piccolo

con Massimo Minella

e Franco Piccolo, armonica e fisarmonica

Produzione Teatro Pubblico Ligure 

Maria Rosa Segale ha 4 anni quando, alla metà dell’800, insieme alla sua famiglia emigra negli Stati Uniti. Lascia per sempre la sua casa di Cicagna e raggiunge il porto di Genova per affrontare un lungo viaggio che la porterà fino a Cincinnati, in Ohio. Qui conoscerà le Suore della Carità e si unirà a loro. Maria Rosa diventerà Suor Blandina e a 22 anni partirà sola, attraversando gli Stati Uniti,  in un’avventura che la condurrà fino al lontano e selvaggio ovest del Paese, il Far West. Una scelta progressista, rivoluzionaria, di emancipazione femminile per compiere la propria missione sempre dalla parte degli ultimi e di chi vive ai margini della società statunitense, immigrati, ispanici, indiani, fuorilegge. Tra le prime a porre la questione dei nativi americani, Suor Blandina è venerata Stati Uniti, Paese che le ha dedicato libri, fumetti e serie televisive. Suor Blandina è Serva di Dio dal 2014 ed in corso la sua causa di beatificazione. È il momento di riconoscere il suo impegno e ricordare la sua figura anche in Italia.

Massimo Minella

Massimo Minella è vice caporedattore di Repubblica. Coltiva da sempre la sua passione per la scrittura. Ha ricevuto il Premio Marincovich per la cultura del mare per il suo libro “Storie di navi e principesse che non fecero ritorno” e per due volte ha vinto il premio internazionale “Mare Nostrum Awards”. Da sue pubblicazioni sono tratti racconti teatrali in musica che hanno partecipato a diversi festival nazionali.

Giovedì 23 febbraio 2022

ore 19.30

Incontro con la scrittrice  BARBARA FIORIO TONINO BENACQUISTA – Malavita  

In una tranquilla cittadina della Normandia arriva una famiglia di americani, i Blake: lui fa lo scrittore, lei si dedica alla beneficenza, i figli cercano di ambientarsi nella nuova scuola e di fare amicizie, il cane si chiama Malavita. I Blake sono bizzarri, ma essendo americani non gli si dà troppo peso finché, nella cittadina, cominciano a verificarsi strani episodi, tipo un supermercato che va a fuoco o una fabbrica che salta per aria... Quale segreto si cela dietro quella famiglia e perché è costantemente sorvegliata? Benacquista, scrittore raffinato, ironico ed elegante, porta nella provincia francese un poliziesco americano con rocamboleschi colpi di scena, dialoghi spassosi e personaggi irresistibili.

ore 21.00

MARCO BALIANI  KOHLHAAS di Marco Baliani e Remo Rostagno dal racconto “Michele Kohlhaas” di H. von Kleist

con Marco Baliani

regia Maria Maglietta

produzione Trickster Teatro/Casa degli Alfieri

“La storia di Kohlhaas è un fatto di cronaca realmente accaduto nella Germania del 1500, scritto da Heinrich von Kleist in pagine memorabili. Nel mio racconto orale è come se avessi aggiunto allo scheletro osseo riconoscibile della struttura del racconto di Kleist, nervi muscoli e pelle che provengono non più dall’autore originario ma dalla mia esperienza, teatrale e narrativa, dal mio mondo di visioni e di poetica. Così ad esempio tutta la metafora sul cerchio del cuore paragonato al cerchio del recinto dei cavalli, che torna più volte nella narrazione, come luogo simbolico di un senso della giustizia umanissimo e concreto, è una mia invenzione, nel senso etimologico del termine, qualcosa che ho trovato a forza di cercare una mia adesione al racconto di Kleist. Così via via il testo originale si è come andato perdendo e ne nasceva un altro, un work in progress alla prova di spettatori sempre diversi, anno dopo anno, in spazi teatrali e non, secondo un procedimento di crescita che ai miei occhi appare come qualcosa di organico, come mi si formasse tra le mani un organismo vivente sempre più ricco e differenziato. Accade nell’arte del racconto orale che per cercare personaggi interiori occorra compiere lunghi percorsi, passare attraverso storie di altre storie, sentirsi stranieri in questo mondo dopo aver tanto peregrinato, fino a trovare quel punto incandescente capace di generare a sua volta nell’ascoltatore un mondo di visioni, non necessariamente coincidenti con le mie. L’arte sta nel non nominare troppo, nel cogliere il cuore di un’esperienza con pochi tratti lasciando molto in ombra, molto ancora da compiersi. Kohlhaas è la storia di un sopruso che, non risolto attraverso le vie del diritto, genera una spirale di violenze sempre più incontrollabili, ma sempre in nome di un ideale di giustizia naturale e terrena, fino a che il conflitto generatore dell’intera vicenda, cos’è la giustizia e fino a che punto in nome della giustizia si può diventare giustizieri, non si risolve tragicamente lasciando intorno alla figura del protagonista una ambigua aura di possibile eroe del suo tempo. Le domande morali che la vicenda solleva e lascia sospese, mi sembrarono, quando comincia ad affrontare l’impresa memorabile del racconto, un modo per parlare degli anni ’70, per parlare di quei conflitti in cui venne a trovarsi la mia generazione, quella del ’68, quando in nome di un superiore ideale di giustizia sociale si arrivò a insanguinare piazze e città. In fondo, a voler rivedere all’indietro il mio percorso artistico, senza Kohlhaas non sarei arrivato a raccontare Corpo di Stato, racconto teatrale andato in onda in diretta televisiva la notte del 9 maggio, vent’anni dopo la morte di Moro, a poter ritrovare i medesimi conflitti, riuscendo questa volta a parlarne dall’interno, come soggetto coinvolto nei fatti narrati. Un tema antico dunque, tragico nella tradizione e nella forma, che continua a catturarmi, perché il narratore non può che narrare ciò che epicamente lo coinvolge nell’intera sua persona, a me succede così: non potrei raccontare qualsiasi cosa.” Marco Baliani

Marco Baliani

Fra i massimi esponenti del teatro di narrazione, è autore, attore e regista. Nel 1975 fonda la compagnia Ruotalibera con cui realizza diversi spettacoli per ragazzi. Con Kohlhaas (1989) si pone nella scia tracciata da Dario Fo con il Mistero buffo (1969), scegliendo quindi il teatro di narrazione, filone di cui è tutt'oggi considerato uno dei principali esponenti insieme a Marco Paolini e Ascanio Celestini. Seguono altri monologhi: nel 1998 Corpo di stato sull'omicidio Moro, nel 2003 Lo straniero dall'omonimo romanzo di Albert Camus. Nel 2004 pubblica il suo primo romanzo, Nel regno di Acilia. Tra i suoi spettacoli di regia si ricorda Corvi di luna, Antigone delle città, Peer Gynt e Pinocchio Nero. Per Emons ha registrato In viaggio con Erodoto di Ryszard Kapuscinski e Il giardino dei Finzi-Contini di Giorgio Bassani. Nel 2016 esce Quanto vale un uomo (con Andrea Camilleri, Ascanio Celestini, Marco Paolini). 

Giovedì 09 marzo 2022

ore 19.30

Incontro con la scrittrice  BARBARA FIORIO TERRY PRATCHETT – A me le guardie!  

Su Mondo Disco i ladri pagano le tasse, le guardie non devono arrestare nessuno e i libri della Biblioteca vengono incatenati agli scaffali altrimenti scappano via. Tutto normale, finché ad Ankh-Morpork, la città più grande e del tutto simile - politicamente, economicamente, socialmente - alla nostra, il supremo grande maestro, capo della Setta Segreta dei Confratelli Elucidati, evoca un drago per potersi impossessare del potere. E con un drago che gira per la città, i problemi arrivano. Nei suoi romanzi, Pratchett soffia sulla mediocrità umana e la eleva fino a renderla commovente. Fa il giocoliere con le parole, i meccanismi della gente comune e le astuzie di chi governa il mondo, e non si pone il problema di raccontare le sue storie in mezzo a draghi, golem o gilde di assassini. Non tutti sono pronti per Mondo Disco, ma chi lo sarà non vorrà più lasciarlo.

  

ore 21.00

PAOLO NANI LA LETTERA

con Paolo Nani  Ideazione Nullo Facchini e Paolo Nani  Regia Nullo Facchini

A febbraio 2022 La lettera ha compiuto 30 anni; dal 1992 questo spettacolo è in perenne rappresentazione ai quattro angoli del globo, l'hanno visto in Groenlandia e in Giappone, in Argentina e in Spagna, in Norvegia e in Italia, oltre 1800 repliche per questo piccolo, perfetto meccanismo che continua a stupire, anche dopo averlo visto decine di volte, per la sua capacità di tenere avvinto il pubblico alle sorprendenti trasformazioni di un formidabile artista, Paolo Nani.

Il tema de LA LETTERA è molto semplice: un uomo entra in scena, si siede a un tavolo, beve un sorso di vino che però sputa, chissà perché, contempla la foto della nonna e scrive una lettera. La imbusta, la affranca e sta per uscire quando gli viene il dubbio che nella penna non ci sia inchiostro. Controlla e constata che non ha scritto niente. Deluso, esce. Tutto qui. La storia de LA LETTERA si ripete 15 volte in altrettante varianti come: all'indietro, con sorprese, volgare, senza mani, horror, cinema muto, circo, ecc.ecc. LA LETTERA nasce come studio sullo stile, sulla sorpresa e sul ritmo, e vengono portati all'estremo della precisione ed efficacia comica, nella costante evoluzione dello spettacolo. 

Il tema de LA LETTERA è liberamente ispirato al libro dello scrittore francese Raymond Queneau "Esercizi di Stile", scritto nel 1947, dove una breve storia è ripetuta 99 volte volte in altrettanti stili letterari.

Paolo Nani

Attore e regista teatrale italiano, Paolo Nani risiede e lavora a Vordingborg in Danimarca dal 1990. Originario di Ferrara, dove intraprende studi artistici - nel 1978 entra in contatto con la compagnia teatrale di origine argentina Teatro Nucleo, diretta da Cora Herrendorf e Horacio Czertok. Lavorerà con la compagnia fino al 1990, con spettacoli in tutta Europa. Nell'autunno dello stesso anno si stabilisce in Danimarca. Incomincia una collaborazione con il Teatret Cantabile 2 diretto da Nullo Facchini, lavorando in Stumfugle (Primo Premio al Festival Impulse ´92, Germania), poi in Helvede, ispirato a Dante (premiato nel '93 dall'Associazione Critici Danesi). Nel 1995 Paolo Nani fonda la propria compagnia, Paolo Nani Teater. Come attore, prende parte a cinque edizioni del Köln Comedy Festival e a tre edizioni del London International Mime Festival. Paolo Nani continua tuttora a presentare La Lettera, spettacolo creato nel 1992 insieme a Nullo Facchini, in tutto il mondo e le repliche hanno da tempo superato il numero di 1500. Nel 2004 L'arte di morire è stato nominato per il Premio Årets Reumert, l’Oscar del teatro danese. 

Nel 2017 riceve una Menzione d’Onore al Festival Copenhagen Stage, per la sua carriera di clown internazionale. Durante questi anni Paolo Nani, oltre a girare in lungo e in largo con i suoi spettacoli - approfondisce il suo lavoro di regia - produce e dirige diversi spettacoli - sviluppa il suo lavoro di pedagogia teatrale, organizzando workshops e  insegnando a diverse riprese in Italia, Norvegia, Islanda, Colombia e in scuole come la Scuola Teatro Dimitri, in Svizzera, La School of Stage Arts e la Scuola Nazionale di Teatro in Danimarca.

Giovedì 18 maggio 2022

ARIANNA SCOMMEGNA - GIORGIO IERANÒ 

IL GRANDE RACCONTO DEL LABIRINTO Arianna, il Minotauro, Teseo, Pasifae, Fedra ed Europa

regia Sergio Maifredi Produzione Teatro Pubblico Ligure Direttore di Produzione Lucia Lombardo 

Testi antichi e moderni saranno strumento per dar voce - o meglio, restituirla - a personaggi leggendari, uomini e donne appartenenti ad un’epoca remota.  Arianna, Europa, Pasifae, il feroce Minotauro, e poi Teseo e Fedra, racconteranno in prima persona le loro storie e la propria interpretazione dei fatti narrati. Saranno quindi gli interventi di Giorgio Ieranò, grecista, ordinario all’Università di Trento a connettere, tra una testimonianza e l’altra, i diversi personaggi, e guidare il pubblico in un vero e proprio viaggio attraverso la storia del Labirinto. Un viaggio ricchissimo anche di immagini, poiché l’arte di ogni epoca ha voluto narrare queste storie, lasciandoci in eredità un patrimonio di preziose testimonianze iconografiche. 

Arianna Scommegna   

Si diploma come attrice nel 1996 presso la Scuola d’arte drammatica Paolo Grassi. Premio Lina Volonghi 1996, Premio Nazionale della Critica nel 2010, Premio Hystrio 2011, Premio Ubu 2014. Dal 1996 Socia fondatrice della compagnia teatrale A.T.I.R. del Teatro Ringhiera di Milano, con la quale realizza anche progetti di carattere sociale, diretta da Serena Sinigaglia. Dal debutto di Romeo e Giulietta nel 1996 è diretta da Sinigaglia in decine di lavori su testi sia contemporanei che della tradizione classica, tra questi Utoya di Edoardo Erba, Macbeth di W. Shakespeare,  Lear – ovvero tutto su mio padre di W. Shakespeare, Qui città di m. di Piero Colaprico, Troiane di Euripide, Donne in Parlamento di Aristofane, Potevo essere io di Renata Ciaravino, Di A Da In Con Su Per Tra Fra Shakespeare della stessa Sinigaglia. Partecipa come attrice, in molte occasioni in ruoli da protagonista, a numerosi allestimenti di registi di primo piano della scena nazionale. Tra gli spettacoli: La Molli, divertimento alle spalle di Joyce, regia di Gabriele Vacis;  Ritorno a casa di H. Pinter, regia di Peter Stein, in cui interpreta il ruolo di “Ruth” per il quale riceve il premio Ubu 2014 come miglior attrice protagonista; Night Bar di H. Pinter e L’intervista di Natalia Ginzburg regia di Valerio Binasco; Antigone di Sofocle diretta da Gigi Dall’Aglio, con la cui regia l’attrice si era già confrontata per Cleopatràs e Mater Strangosciàs di Testori; Misery regia di Filippo Dini; Madre Coraggio di Brecht regia di Cristina Pezzoli. Per la regia di Veronica Cruciani ha recitato ne Il ritorno di Sergio Pierattini, La Palestra ore 18.00 di Giorgio Scianna e Due donne che ballano di J.M Benet; Magnificatdi Alda Merini diretta da Paolo Bignamini. All’attività teatrale, affianca la partecipazione a produzioni cinematografiche, l’attrice figura infatti nel cast delle pellicole: Tolo Tolo di Checco Zalone,  Il colore nascosto delle cose di Silvio Soldini, Fai bei sogni di Marco Bellocchio, Scialla! di Francesco Bruni, La variabile umana di Bruno Oliviero, Il dolce rumore della vita di Giuseppe Bertolucci. 

Giorgio Ieranò 

E’ professore ordinario di Letteratura greca all'Università di Trento. Saggista e traduttore teatrale, si occupa in particolare di mitologia e dramma greco. Tra i suoi libri, Arianna. Storia di un mito (Carocci, 2010), La tragedia greca. Origini, storie, rinascite (Salerno editrice, 2010), Il mare d'amore. Eros, tempeste e naufragi nella Grecia antica (Laterza, 2019). Per Einaudi ha pubblicato Arcipelago. Isole e miti del Mar Egeo (2018 e 2021) e Elena e Penelope. Infedeltà e matrimonio (2021). Ha pubblicato inoltre quattro volumi di narrazioni mitologiche (Olympos, Eroi, Gli eroi della guerra di Troia, Demoni, mostri e prodigi) ristampati di recente nei tascabili Feltrinelli.

FAR RIDERE È UNA COSA SERIA 

Cinque autori d’eccellenza nella narrativa ironica

Cinque incontri con la scrittrice BARBARA FIORIO

L’ironia è una cosa seria. Far ridere è una cosa seria. E anche se ha prodotto capolavori – da Shakespeare a Calvino, da Pirandello a Terry Pratchett – la narrativa ironica è ancora vittima di uno stereotipo: quello che la relega a letteratura di serie B. Quello che la fa diventare sinonimo di facilità, leggerezza, inconsistenza.

L’ironia, invece, è un esercizio delicato, che richiede – e insegna – la capacità di prendere distanza. Distanza dal proprio punto di vista, distanza dai luoghi comuni, distanza dal dolore. E in un’epoca come la nostra, in cui la sofferenza è sempre più esibita, diventa fondamentale conoscerla, oltre che saperla usare nella scrittura, per salvarsi.

Perché potrebbe essere proprio l’ironia – parafrasando Dostoevskij – a salvare il mondo.

 

Barbara Fiorio

Scrittrice italiana, genovese di nascita. È consulente e docente di comunicazione e da anni tiene laboratori di scrittura narrativa. Formazione classica, studi universitari allo IED, un master in Marketing Communication, vanta un percorso lavorativo decisamente eterogeneo. Barbara Fiorio si presenta come una persona fuori dagli schemi, ironica e generosa di sé. 

La sua prima pubblicazione risale al 2009, “C’era una svolta”, un piccolo saggio scherzoso sulle fiabe classiche, ripubblicato in versione ampliata da Morellini nel 2019 per il decennale. E poi i romanzi “Chanel non fa scarpette di cristallo” (Castelvecchi, 2011), “Buona fortuna” (Mondadori, 2013) e “Qualcosa di vero” (Feltrinelli, 2015), editi anche in lingua spagnola e tedesca, “Vittoria” (Feltrinelli, 2018) e “La banda degli dei” (Rizzoli, 2021 – Vincitore del Premio Selezione Bancarellino 2022). Nonostante non ami particolarmente scrivere in forma di racconto, ha collaborato volentieri con Einaudi (“La gattara” per l’antologia “Gatti – I racconti più belli”, 2015), Morellini (“Noi eravamo quelli che” per l’antologia “Genova d’autore”, 2017, e “Era ora” per l’antologia “Lettere al padre”, 2020), Il Canneto (“Laura e Carlo” per l’antologia “Il ponte”, a sostegno della Valpolcevera dopo il crollo del Ponte Morandi di Genova, 2018) e con Genova Capitale della cultura d’impresa 2019 (“Quaranta chili di insalata”, sull’Acquario di Genova per l’antologia Chiamami impresa realizzata da Contatti in edizione limitata). “Buona fortuna” è stato selezionato, nel 2015, da Adaptlab Torino/Torino Film Festival del Museo Nazionale del cinema di Torino e “La banda degli dei” ha vinto il Premio Selezione Bancarellino 2022.

Febbraio - Maggio 2023

TEATRALITÀ DELL’ARTE - quarta edizione

La città cancellata, La città mai nata, la città del futuro.

Un progetto di Massimo Minella e Sergio Maifredi

Produzione Teatro Pubblico Ligure 

Leggere la città da tre diverse angolazioni, cercando l’arte là dove non c’è più, abbattuta dalla mano dell’uomo, dove è stata pensata ma mai realizzata, dove potrebbe essere in futuro.

La quarta edizione di Teatralità dell’Arte, progetto nato dalla collaborazione fra Sergio Maifredi e Massimo Minella, amplia il suo tradizionale raggio d’azione. In un’indagine a tutto campo che mette a fuoco nuove prospettive e originali chiavi di lettura, si approfondiranno, oltre all’arte, tematiche legate ad architettura e urbanistica.

Tre gli appuntamenti in calendario fra febbraio e maggio in luoghi inediti e con ospiti di rilievo del panorama culturale:

La città cancellata, La città mai nata, la città del futuro.

PREZZI e INFO

Teatro Comunale di Sori - Via Combattenti Alleati - Sori

Stagione teatrale Sori Teatro

diretta da Sergio Maifredi 

Biglietti spettacoli: intero 15 € , ridotto 12 €

Biglietto incontri nel foyer: 5 € per i non abbonati

Biglietti per Teatralità dell’Arte: 10 € per i non abbonati

Abbonamento a 7 spettacoli: 

49 € per chi lo acquista entro il 27 ottobre 2022

70 € per chi lo acquista successivamente

Biglietti e abbonamenti acquistabili in teatro un’ora prima dell’inizio di ogni spettacolo. 

Per info e prenotazioni:

info@teatropubblicoligure.it 

Cell. 3482624922

Prevendita:

Sempre online: www.mailticket.it 

Al Teatro di Sori,  negli orari di apertura della Pro Loco

Fuori abbonamento 

Gran tour - Stagione europea

Prenotazioni:  info@teatropubblicoligure.it 

Cell. 3482624922

Se impossibilitati a partecipare si prega di avvertire: info@teatropubblicoligure.it  Cell. 3482624922

La stagione è sostenuta da Teatro Pubblico Ligure  con il contributo del Comune di Sori, in collaborazione con Pro Loco di Sori.

Stagioni precedenti

Sergio Maifredi
direttore artistico

mobile +39 3488706237
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Lucia Lombardo
direttore produzione e comunicazione

mobile +39 3290540950
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