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RACCONTI IN TEMPO DI PESTE

GIORNO 100 di 100 16 giugno 2020

cento

“Il racconto dei racconti” di Sergio Maifredi e Corrado d’Elia

GIORNO 99  15 giugno 2020

Francesco Foti

legge “Il diritto al delirio” di Eduardo Galeano

GIORNO 98  14 giugno 2020

Maria Flora Giubilei

racconta Gaetano Previati in occasione dei 100 anni dalla morte
avvenuta a Lavagna il 21 giugno 1920

Patrizia Milani

legge “In lode di mia sorella” di Wisława Szymborska

GIORNO 97  13 giugno 2020

Enrico Bonavera

interpreta “L’antidoto”, monologo di Arlecchino da Il testamento del Capitano

Eleonora Mazzoni

legge “Elogio dell’ombra” di Jorge Luis Borges

GIORNO 96  12 giugno 2020

Wiesław Wałkuski

“Amore in tempo di peste” olio su tela,
opera inedita dedicata a Racconti in tempo di peste

- Catalogo: https://bit.ly/2zqGpVo
- Progetto grafico: https://bit.ly/2XWutEe

Lorenzo Fontana

Catastrofe. Ricostruire come era, dov’era?

GIORNO 95  11 giugno 2020

Roberto Cavosi

legge “Il sogno di Amleto” di Roberto Cavosi

Elisabetta Arosio

legge “Ho sceso dandoti il braccio” di Eugenio Montale

GIORNO 94  10 giugno 2020

Giacomo Medici

canta “Alma de Boemio” scritto da Miguel Bucino

Millo Lerici

legge “Lettera a Zorba” di Luis Sepulveda

dialoghi in tempo di peste
DIALOGHI IN TEMPO DI PESTE
TEATRO E COMUNITÀ

Corrado d'Elia e Sergio Maifredi dialogano con  Davide Livermore (direttore Teatro Nazionale Genova)

GIORNO 93  9 giugno 2020

Marco Aime

racconta Osman Kalin, l’uomo che ignorava i confini

Luca Maciacchini

canta “Carta cambia” di Luca Maciacchini

GIORNO 92  8 giugno 2020

Gioele Dix

legge “Il teatro dell’obbligo” di Karl Valentin

Ermanno Bencivenga

legge “Il vento”, da La filosofia in 82 favole di Ermanno Bencivenga

GIORNO 91  7 giugno 2020

Grazia Migneco

legge “L’odore delle case al ritorno dalle vacanze” di Luca Marchesini

Paolo Valerio

legge un brano da “La terra desolata” di T.S. Eliot e “Il canto d'amore” di A. Prufrock

GIORNO 90 di 100 6 giugno 2020

Intervallo

L’urbanità italiana in tempo di peste

un progetto di Corrado d’Elia, Stefano Fera e Sergio Maifredi

GIORNO 89  5 giugno 2020

Carlo Fontana

racconta, con il suo scritto “Il raffreddore di Renata Tebaldi" il primato del palcoscenico

GIORNO 88  4 giugno 2020

Paolo Triestino

legge “Il piccolo principe” di Antoine de Saint-Exupéry

GIORNO 87  3 giugno 2020

Paolo Brusasco

racconta Archeologia ferita, il virus dell’anima

dialoghi in tempo di peste
DIALOGHI IN TEMPO DI PESTE
FACCIAMO UN PASSO INDIETRO?

Corrado d'Elia e Sergio Maifredi dialogano con  Claudio Longhi (direttore Fondazione ERT Emilia Romagna Teatro), Matteo Bavera (direttore Teatro Vittorio Alfieri di Naso - Messina), Fioravante Cozzaglio (direttore Teatro Carcano di Milano) e  JURIJ FERRINI (attore)

GIORNO 86  2 giugno 2020

Elda Olivieri

legge “L’amore prima di noi” di Paola Mastrocola

GIORNO 85  1 giugno 2020

Giuseppe Manfridi

legge e racconta Sylvia Plath

GIORNO 84  31 maggio 2020

Alberto Bassetti

legge “Cicerone” di Stefan Zweig

GIORNO 83  30 maggio 2020

Bruno Coli

racconta e canta “La cicala e le formiche” da Esopo Opera Rock, ideato da Sergio Maifredi

GIORNO 82  29 maggio 2020

Andrée Ruth Shammah

legge “Ricordare e dimenticare”
conversazione con Adriana Asti raccolta da René De Ceccatty

GIORNO 81  28 maggio 2020

Francesco Maria Cordella

legge “Faust” di Johann Wolfgang Goethe

GIORNO 80 di 100 26 maggio 2020

Björn Larsson

dalla sua barca a vela “Rustica”
racconta “Sul ponte sventola bandiera gialla”

GIORNO 79  26 maggio 2020

Barbara Minghetti

legge “Storie da calendario” di Bertolt Brecht

GIORNO 78  25 maggio 2020

Giulio Baraldi

legge “In acque profonde” di David Lynch

GIORNO 77  24 maggio 2020

Paolo Larici

legge “Lo specchio che fugge” di Giovanni Papini

Qui puoi scaricare il PDF della presentazione
Lo specchio che fugge

GIORNO 76  23 maggio 2020

I Kunsertu

cantano ”Mokarta”

il testo della canzone

Bella figliola ca ti chiammi Rosa
chi bellu nomi mammate t’ha misu
t’ha misu u nomu bellu di li rosi
lu megghiu ciuri di lu paradisu
bella figliola ca ti chiammi Rosa
bella figliola ca ti chiammi Rosa…
Passu di notti e ti salutu strada
cu ‘na vampa a lu cori e vuci ardita
puru salutu a tia finestra amata
cca intra c’è na rosa culurita
rosa chi di li rosi ammuttunata
rosa a tinutu ‘npedi la me vita
passu di notti e ti salutu strada…
iu sta canzuni la lassu stampata
cca intra c’è na rosa culurita
ti pozzu offriri sulu ‘na cantata
sulu sta vuci mi detti la vita
pueti sunaturi e stampasanti
campanu sempri poveri e pizzenti
passu di notti e ti salutu strada…
e nesci rosa t’ha diri ‘na cosa
e nesci rosa t’ha diri ‘na cosa
e nesci rosa t’ha diri ‘na cosa ‘
na cosa e nesci nesci rosa!!!

GIORNO 75 22 maggio 2020

La parola al nostro pubblico

GIORNO 74  21 maggio 2020

Michele

Rock’n Roll

GIORNO 73  20 maggio 2020

Alberto Faustini

Direttore de L’Adige
Racconti in tempo di futuro

GIORNO 72  19 maggio 2020

Francesco Munari

legge “Il dilemma dell’onnivoro” di Michael Pollan

dialoghi in tempo di peste
DIALOGHI IN TEMPO DI PESTE
È POSSIBILE RIAPRIRE I TEATRI?

Corrado d'Elia e Sergio Maifredi dialogano con  Valter Malosti (attore, regista, direttore Fondazione Teatro Piemonte Europa), Gaia Calimani (Presidente Manifatture Teatrali Milanesi), Enrico Marcotti (giornalista, critico), Moreno Cerquetelli (giornalista)

GIORNO 71 18 maggio 2020

Antonio Zoppetti

legge “Bacchette magiche” di Antonio Zoppetti

GIORNO 70 di 100 17 maggio 2020

Andrea Donaera

“60 BPM” da un testo di Andrea Donaera,
regia video Alessandro Solidoro,
voce Alessandra Borgosano,
Videomaking Anton Likht e Sonia Giudici

GIORNO 69 16 maggio 2020

Egidia Bruno

recita “A vacanza davvero finita” di Mark Strand

GIORNO 68 15 maggio 2020

Elena Bucci

recita “Onde” di Virginia Woolf

GIORNO 67 14 maggio 2020

Mario Bianchi

legge “Piccola città” di Thornton Wilder

dialoghi in tempo di peste
DIALOGHI IN TEMPO DI PESTE
È POSSIBILE RIAPRIRE I TEATRI?

Corrado d'Elia e Sergio Maifredi dialogano con  Gabriele Vacis (regista), Gian Luca Favetto (scrittore, drammaturgo), Renzo Francabandera (critico)

GIORNO 66 13 maggio 2020

Giuseppe Zampini

Presidente Confindustria Liguria
Considerazioni su questo tempo

dialoghi in tempo di peste
DIALOGHI IN TEMPO DI PESTE - IL CIRCO

Corrado d'Elia e Sergio Maifredi dialogano con  Alessandro Serena (professore di Storia del circo), David Larible (clown), Andrea Togni (direttore Accademia d’Arte Circense di Verona), Livio Togni (direttore del Circo Darix Togni, senatore) Valeria Valeriu (ammaestratrice)

GIORNO 65 12 maggio 2020

Paolo Rossi

lettera per il teatro che verrà

GIORNO 64 11 maggio 2020

Fabrizio Benente

un racconto tra archeologia e libertà

GIORNO 63 10 maggio 2020

Stefano Messina

legge “Ulisse. Il mare color del vino” di Giovanni Nucci

GIORNO 62 9 maggio 2020

Alessandro Serena

legge “La preghiera del Clown” di Totò e “L’elogio funebre del Clown” di Federico Fellini

GIORNO 61 8 maggio 2020

Stefano Fera

“Il virus grande urbanista”

Qui puoi scaricare il PDF
dell’intervento di Stefano Fera
Il virus grande urbanista

GIORNO 60 di 100 7 maggio 2020

Graziano Piazza

recita “Lisbona negli occhi di Fernando Pessoa” di Luca Cedrola,
scritto per Racconti in tempo di peste

GIORNO 59 6 maggio 2020

Max Manfredi

canta “Elicriso” di Max Manfredi

dialoghi in tempo di peste
DIALOGHI IN TEMPO DI PESTE

Corrado d'Elia e Sergio Maifredi dialogano con  Micaela Casalboni (Teatro dell’Argine, Bologna), Lucia Franchi (Kilowatt Festival, Sansepolcro, Arezzo), Rita Maffei (CSS Teatro stabile d’innovazione del Friuli Venezia Giulia, Udine), Tommaso Bianco (Kronoteatro, Albenga, Savona), Piero Maccarinelli (regista), Serena Sinigaglia (regista, ATIR Teatri di Ringhiera, Milano), Silvana Zanovello (critico), Roberta Bosetti e Renato Cuocolo (artisti, IRAA Theatre)

GIORNO 58 5 maggio 2020

Massimiliano Finazzer Flory

legge “Lo specchio” di Jorge Luis Borges

GIORNO 57 4 maggio 2020

Raffaella Boscolo

legge “Orgia” di Pier Paolo Pasolini

GIORNO 56 3 maggio 2020

Leonardo De Colle

legge “Lettera a Lucilio” di Seneca

GIORNO 55 2 maggio 2020

Michela Andreozzi

legge “L’arte della gioia” di Goliarda Sapienza

GIORNO 54 1 maggio 2020

Laura Canali

cartografa di «Limes», Dialogo tra i colori e il foglio bianco 

A questo link un racconto personale di Laura Canali
sul suo dialogo con le mappe
https://www.limesonline.com/rubrica/il-foglio-bianco

GIORNO 53 30 aprile 2020

Stefano Nosei

canta “Sulla Luna” di Gianni Rodari

GIORNO 52 29 aprile 2020

Massimo Greco

legge “Una storia d’amore tra due eunuchi cinesi” di Tonino Guerra

dialoghi in tempo di peste
DIALOGHI IN TEMPO DI PESTE

Corrado d'Elia e Sergio Maifredi dialogano con Eugenio Barba, regista, fondatore dell’Odin Teatret, Julia Varley, attrice dell’Odin Teatret e Andrea Porcheddu, giornalista e critico teatrale

GIORNO 51 28 aprile 2020

Anita Vitale

canta “Quantu custa” di Anita Vitale

GIORNO 50 di 100 27 aprile 2020

La parola al nostro pubblico

Prima parte

La parola al nostro pubblico

Seconda parte

La parola al nostro pubblico

Terza parte

GIORNO 49 26 aprile 2020

Cesar Brie

racconta il suo tempo sospeso, raccogliendo appunti per “Un gatto e una volpe”

GIORNO 48 25 aprile 2020

Renato Sarti

racconta la storia del partigiano Riccardo Goruppi
GIORNO 47 24 aprile 2020

Max Paiella

legge “Il naso che scappa” di Gianni Rodari”
 
dialoghi in tempo di peste
DIALOGHI IN TEMPO DI PESTE

Corrado d'Elia e Sergio Maifredi dialogano con Claudio Collovà, attore e regista,(già direttore artistico delle Orestiadi di Gibellina dal 2010 al 2017); Matteo Negrin, progettista e manager della cultura, direttore della Fondazione Piemonte dal Vivo; Oliviero Ponte di Pino, giornalista e critico teatrale, Jurij Ferrini attore, regista
e Massimiliano Speziani attore e regista

GIORNO 46 23 aprile 2020

David Larible

legge Il discorso de “Il grande dittatore” di Charlie Chaplin
 
GIORNO 45 22 aprile 2020

Giancarlo Dettori

legge “La vita non è uno scherzo” di Nazim Hikmet
GIORNO 44 21 aprile 2020

Francesco Malavolta

presenta Popoli in movimento
GIORNO 43 20 aprile 2020

Elisabetta Pozzi

legge “Impressioni italiane” di Charles Dickens
GIORNO 42 19 aprile 2020

Oliviero Ponte Di Pino

racconta “Finzioni” di Jorge Luis Borges
GIORNO 41 18 aprile 2020

Laura Curino

”La testimonianza di Paola” da L’anello forte di Nuto Revelli
GIORNO 40 di 100 17 aprile 2020

Flavio Albanese

legge Eneide di Virgilio
 
GIORNO 39 16 aprile 2020

Federico Sirianni

canta “Disperanza”, ispirata alla figura del gabbiere Maqroll, raccontato da Àlvaro Mutis
GIORNO 38 15 aprile 2020

Gianni Quillico

legge “Il vero Romeo, la vera Giulietta” di Rocco D’Onghia

GIORNO 37 14 aprile 2020

Paola Cigna

canta “Les Rossignol et la rose”, da Parysatis di Camille Saint-Saëns

GIORNO 36 13 aprile 2020

Federico Moccia

legge “I ciechi e l’elefante” di James Baldwin - “Discorso per il Nobel” di Ernest Hemingway - “La notte è bella” di Giuseppe Ungaretti

GIORNO 35 12 aprile 2020

Irene Cerboncini

canta “Io son l'umile ancella” dall’Adriana Lecouvreur di Francesco Cilea e “Summertime” da Porgy and Bess di George Gershwin

GIORNO 34 11 aprile 2020

Costanza Di Quattro

legge La mia casa di Montalbano

GIORNO 33 10 aprile 2020

Maria Russo

canta “Stabat Mater” di Giovanni Battista Pergolesi

GIORNO 32 9 aprile 2020

Roberto Alinghieri

legge “Il mostro Franz” di Stefano Benni e “I Piaceri” di Vitaliano Brancati

GIORNO 31 8 aprile 2020

Nino Formicola

racconta un fatto accaduto a Milano

GIORNO 30 di 100 7 aprile 2020

Marco Sciaccaluga

legge la poesia “Impressioni teatrali” di Wisława Szymborska

GIORNO 29 • 6 aprile 2020

Maria Amelia Monti

legge “Ami” di Edoardo Erba

GIORNO 28 • 5 aprile 2020

Gian Luca Favetto

legge “Foglie d’erba” di Walt Whitman

GIORNO 27 • 4 aprile 2020

Massimo Wertmüller

dice due sonetti di Trilussa: La guerra - La stretta de’ mano

GIORNO 26 • 3 aprile 2020

Edoardo Erba

legge “Una cosa che comincia per « L »” di Dino Buzzati

GIORNO 25 • 2 aprile 2020

da Genova

Andrea Nicolini

legge la poesia “Edgar Allan Poe” di Lou Reed

GIORNO 24 • 1 aprile 2020

Faisal Taher

canta Due canzoni per l’Italia

traduzione dei testi delle canzoni

Da tanto tempo dura l'abbandono e la lontananza, 
e nel mio cuore la sofferenza arde nella brace dell'attesa. 
Domani ti incontrerò col cuore colmo di paura 
per l'avvicinarsi del appuntamento.

Non ti voglio vedere più
Ho tappato le orecchie e imprigionato il mio cuore 
sperando che la sofferenza dell'anima finisca 
e l'oggi sia migliore del domani...

---- * ----

L'Italia è un paradiso dove scorrono molti fiumi
l'Italia è un paese dal valore inestimabile
abitato da un popolo dal grande cuore
amato e stimato nel mondo. 
Ti auguro ogni bene e prosperità
e di vincere questa guerra,
(Tu che non ami le guerre)
Quante vite hai salvato in mezzo al mare, 
tu che hai una costituzione che assomiglia ad una poesia........

Faisal Taher

GIORNO 23 • 31 marzo 2020

Roberto Citran

legge “Ciao nudo” di Roberto Citran

fuori collana

Roberto Citran legge “Sillabari” di Goffredo Parise

GIORNO 22 • 30 marzo 2020

Angelo Zampieri

legge “Le Cosmicomiche” di Italo Calvino

GIORNO 21 • 29 marzo 2020

Paolo Andreoli

esegue H. Wieniawski etude - caprice op. 18 n. 1

GIORNO 20 di 10028 marzo 2020

da Genova

Massimo Minella

racconta La storia del Rex

GIORNO 1927 marzo 2020 - Giornata Mondiale del Teatro 

Eugenio Barba e Julia Varley - Odin Teatret

in esclusiva per Racconti in tempo di peste
MR. PEANUT un personaggio che non può morire
Regia di Eugenio Barba - Testi di Julia Varley
LINK PER VISUALIZZARE IL FILM
“MR. PEANUT un personaggio che non può morire”

https://vimeo.com/399644711

barba
fuori collana

Lettera alla gente dell’Odin che nelle loro case ha nostalgia di futuro

Cari Odini,

Domenica 28 marzo 2020

Cari Odini,
dovunque voi siate, vi raggiunge ora il mio pensiero per oziare un poco in vostra compagnia.
Se l’arte è un’esperienza che spiazza l’individuo facendolo riflettere sulla sua condizione, allora i tempi che viviamo sono “artistici”. Ogni arte è artificialità e si manifesta in un modo di pensare e di agire che non corrisponde agli abituali criteri e atteggiamenti della vita normale. 
Il pittore lo fa mescolando intuitivamente i colori e calcolando le carezze del pennello in una danza che lo allontana e lo attira alla tela dalla quale emerge la vita. Il ceramista provoca con un piede il vortice della ruota che gira l’argilla, e attraverso la delicata ma decisa pressione delle singole dita, l’intero corpo plasma la precisione del vuoto in un vaso, una tazza, una ciotola. 
  Viviamo una sbalorditiva realtà che obbliga ad alterare radicalmente i nostri ritmi, percorsi e modi più semplici di essere e regolarci. Alcuni di noi la vivono come una restrizione, altri come un momento di libertà e raccoglimento su se stessi.   
In uno di questi momenti di libertà quando il pensiero vola lontano, mi sono ritrovato a Bari nel 1943 al tempo della seconda guerra mondiale. Mio padre stava agonizzando nel letto, mia madre gli asciugava il sudore con un asciugamano bagnato, e io, un bambino di sette anni, sono sceso per strada per chiedere l’elemosina. Lo facevo spesso in quel tempo quando si ha fame e non c’è niente da mangiare a casa. 
Quel giorno un uomo con un cappotto militare troppo grande era fermo e chiamava con voce melodiosa e forte: 
BAMBINIIIIIIIIIII, BAMBINIIIIIIIIIII, BAMBINIIIIIIIIIII. BAMBINIIIIIIIIIII.
I passanti lo guardavano meravigliati. Anch’io. L’uomo mi sorrise, mise la mano in tasca e mi offrì una caramella. Poi con passo strascicante si allontanò. Era uno dei tanti soldati farneticanti che vagavano cercando di tornare a casa dopo la disintegrazione dell’esercito e il baratro in cui era caduto il paese.
Ogni volta che il mondo sembra crollare, mi ritrovo in bocca quel sapore di caramella. E mi viene da sorridere. 
È successo anche stamattina quando mi sono svegliato e ho guardato fuori dalla finestra. I campi, gli alberi e il laghetto tremavano per le mille e mille farfalle che svolazzavano al sole. Sta arrivando la primavera – ho sussurrato a me stesso. Tra poco i tempi “artistici” saranno un ricordo e ci crogioleremo di nuovo nella vita cronica. Un sorriso ha ringiovanito il mio volto. 
Ve lo mando con un abbraccio
Eugenio

GIORNO 1826 marzo 2020

Roberto Alajmo

racconta la storia del Principe Monroy della Pandolfina

fresu
GIORNO 1725 marzo 2020

Paolo Fresu

legge Sandro Penna ed esegue ”Sensuousness”

GIORNO 1624 marzo 2020

Jurij Ferrini

“Svejk nelle seconda guerra mondiale” di Bertolt Brecht

GIORNO 1523 marzo 2020

Antonio Syxty

“L'autostoppista della Galilea”, di Richard Brautigan

GIORNO 1422 marzo 2020

Lauro Magnani

Il racconto di due misteriosi dipinti di Rembrandt

GIORNO 1321 marzo 2020

Antonio Vasta

esegue “Viaggio immaginario”

GIORNO 1220 marzo 2020

Paolo Bosisio

“Il sergente nella neve” di Mario Rigoni Stern

GIORNO 1119 marzo 2020

Dario Vergassola

Avventura straordinaria al mercato cittadino

GIORNO 10 di 100 • 18 marzo 2020

Piergiorgio Odifreddi

racconta Isaac Newton e la peste del 1665 in Inghilterra

GIORNO 917 marzo 2020

Luigi Marinelli

legge Tadeusz Kantor

GIORNO 816 marzo 2020

Tullio Solenghi

legge “Chichibio e la gru” da Decameron di Giovanni Boccaccio

GIORNO 715 marzo 2020

Mario Incudine

dice “Iris” da Barbablù di Costanza DiQuattro

GIORNO 614 marzo 2020

Giovanni Falzone

esegue il suo brano “Laila - la conta degli assenti”

GIORNO 513 marzo 2020

Maddalena Crippa

legge Chandra Livia Candiani - da “Il silenzio è cosa viva - L’Arte della meditazione”

GIORNO 412 marzo 2020

Michele Sganga

esegue la sua composizione inedita “Oscillazione gravitazionale”

GIORNO 311 marzo 2020

Paolo Graziosi

dice “Io vulesse truvà pace” di Eduardo De Filippo

GIORNO 210 marzo 2020

Giuseppe Cederna

legge “Racconti in forma di poesia” di Raymond Carver

fuori collana

”Nove marzo 2020“ di Mariangela Gualtieri detta da Giuseppe Cederna

il testo della poesia

Questo ti voglio dire
ci dovevamo fermare.
Lo sapevamo. Lo sentivamo tutti
ch’era troppo furioso
il nostro fare. Stare dentro le cose.
Tutti fuori di noi.
Agitare ogni ora – farla fruttare.

Ci dovevamo fermare
e non ci riuscivamo.
Andava fatto insieme.
Rallentare la corsa.
Ma non ci riuscivamo.
Non c’era sforzo umano
che ci potesse bloccare.

E poiché questo
era desiderio tacito comune
come un inconscio volere –
forse la specie nostra ha ubbidito
slacciato le catene che tengono blindato
il nostro seme. Aperto
le fessure più segrete
e fatto entrare.
Forse per questo dopo c’è stato un salto
di specie – dal pipistrello a noi.
Qualcosa in noi ha voluto spalancare.
Forse, non so.

Adesso siamo a casa.

È portentoso quello che succede.

E c’è dell’oro, credo, in questo tempo strano.
Forse ci sono doni.
Pepite d’oro per noi. Se ci aiutiamo.
C’è un molto forte richiamo
della specie ora e come specie adesso
deve pensarsi ognuno. Un comune destino
ci tiene qui. Lo sapevamo. Ma non troppo bene.
O tutti quanti o nessuno.

È potente la terra. Viva per davvero.
Io la sento pensante d’un pensiero
che noi non conosciamo.
E quello che succede? Consideriamo
se non sia lei che muove.
Se la legge che tiene ben guidato
l’universo intero, se quanto accade mi chiedo
non sia piena espressione di quella legge
che governa anche noi – proprio come
ogni stella – ogni particella di cosmo.

Se la materia oscura fosse questo
tenersi insieme di tutto in un ardore
di vita, con la spazzina morte che viene
a equilibrare ogni specie.
Tenerla dentro la misura sua, al posto suo,
guidata. Non siamo noi
che abbiamo fatto il cielo.

Una voce imponente, senza parola
ci dice ora di stare a casa, come bambini
che l’hanno fatta grossa, senza sapere cosa,
e non avranno baci, non saranno abbracciati.
Ognuno dentro una frenata
che ci riporta indietro, forse nelle lentezze
delle antiche antenate, delle madri.

Guardare di più il cielo,
tingere d’ocra un morto. Fare per la prima volta
il pane. Guardare bene una faccia. Cantare
piano piano perché un bambino dorma. Per la prima volta
stringere con la mano un’altra mano
sentire forte l’intesa. Che siamo insieme.
Un organismo solo. Tutta la specie
la portiamo in noi. Dentro noi la salviamo.

A quella stretta
di un palmo col palmo di qualcuno
a quel semplice atto che ci è interdetto ora –
noi torneremo con una comprensione dilatata.
Saremo qui, più attenti credo. Più delicata
la nostra mano starà dentro il fare della vita.
Adesso lo sappiamo quanto è triste
stare lontani un metro.

GIORNO 1 di 100 • 9 marzo 2020

Gabriella Greison

legge la poesia “Rotola i dadi” di Charles Bukowski

RACCONTI IN TEMPO DI PESTE

Progetto di Sergio Maifredi e Corrado d’Elia
Prodotto da Teatro Pubblico LigureCompagnia Corrado d’Elia
Produzione e comunicazione Lucia Lombardo | Organizzazione Letizia Schiavello

 

È solo nella crisi che nascono l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie.
(Albert Einstein)

man RaccontitempodipesteRacconti in tempo di peste. Ogni giorno, per cento giorni un racconto, per comporre un affresco del pensiero. Un Decameron contemporaneo.

Non teatro in gabbia, in cattività, ma racconti nati qui e ora per noi, per Voi; donati da artisti, scrittori, giornalisti, poeti, musicisti. Perché l’arte, la parola, la musica è ciò che ci fa sentire insieme oltre la paura. Un tempo vuoto da riempire di straordinario, di tutto ciò che nella quotidiana fretta poteva apparire inutile.

In questo momento di Teatri chiusi, di attività culturali costrette alla sospensione, di spettacoli annullati o rimandati a data da destinarsi, ribadiamo con questo progetto il ruolo fondamentale di Arte e di Cultura come mezzo di reazione al presente e di costruzione del futuro.
Lo spettacolo dal vivo è, più delle altre arti, incontro, scambio, partecipazione, atto poetico che unisce, avvicina e annulla le distanze. Ed è proprio nella sua continua tensione verso il contatto umano che sta la sua forza vitale e rigeneratrice.

È dunque soprattutto in questo momento di crisi che la natura stessa dell'atto teatrale e del nostro essere uomini di teatro che ci spinge a trovare nuove soluzioni, nuovi percorsi che non si arrendano, e anzi ci spingano a reagire, creando nuove forme di incontro, nuovi luoghi e nuove occasioni. Per restare vivi culturalmente e spiritualmente.
Per non sommare al danno economico, che inevitabilmente ci troviamo a fronteggiare, un più grave danno culturale.
Come nel Decameron l’allegra brigata di sette uomini e tre donne fecero dell'isolamento necessario un momento vivo di racconto e di umanità in attesa della rinascita del mondo reale, in cui sono l’arte, la letteratura, la poesia a ricreare la vita, a sconfiggere la paura e in definitiva la peste stessa, così vogliamo oggi un luogo virtuale accessibile a tutti.

Una stagione web di proposte culturali che sia una risposta al presente e un patrimonio per il futuro. Il luogo contemporaneo dell'incontro, del pensiero e dell'emozione.

Vi aspettiamo, ogni giorno da mezzo giorno in punto, in scena su facebook.com/raccontiintempodipeste

Corrado d’Elia e Sergio Maifredi

Sergio Maifredi
direttore artistico

mobile +39 3488706237
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Lucia Lombardo
direttore produzione e comunicazione

mobile +39 3290540950
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